la storia

martedì 24 Dicembre, 2024

Il Natale di una famiglia musulmana, Noura: «Amo le sue luci e l’atmosfera di felicità. Ma è bello essere diversi»

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In Trentino dal 1997 Noura racconta il suo 25 dicembre assieme alla famiglia: «Non festeggiamo ma anche per noi è un momento per stare insieme»

«Non saprei bene cosa dire, perché noi non festeggiamo il Natale». Ha un primo tentennamento Noura Chettali quando le chiedo come e assieme a chi trascorre il 25 dicembre. Un briciolo di imbarazzo e poi parte con una premessa inaspettata: «Mi piace molto il Natale, l’ambiente, le luci, le decorazioni della città. Ho una bellissima sensazione quando vedo le persone più allegre, più buone. Al di là della questione religiosa, è un periodo che mi affascina». E non nasconde le numerose visite ai mercatini, anche assieme ai figli «quando erano più piccoli» e soprattutto «durante la settimana perché il weekend sono troppo affollati». In Trentino dal 1997, Noura vive con il marito Brahim e i quattro figli «che ormai sono grandi: il più piccolo ha 15 anni» e che sono cresciuti in una famiglia musulmana ma senza mai scontrarsi con le tradizioni occidentali e le loro festività. «A scuola hanno sempre partecipato alle feste di Natale – racconta – e ho anche partecipato attivamente preparando io stessa i dolci da portare perché non volevo che i miei figli si trovassero soli ed emarginati in un contesto di gioia. Però ho sempre tenuto a precisare loro che questa è una festa che non ci riguarda». Un processo di educazione parallela che «non è stato per nulla difficoltoso – aggiunge Noura – perché ho sempre compensato con le nostre feste (Ramadan, Eid al-Fitr)». Per queste ricorrenze Noura addobba la casa con luci, quadri, cucina biscotti e dolcetti tipici e prepara dei regali per ogni figlio. «In questo modo ho insegnato loro che anche noi abbiamo dei momenti in cui festeggiamo e ci scambiamo dei doni ma che, semplicemente, non combaciano con quelli italiani» precisa e continua: «Molti amici e conoscenti musulmani fanno l’errore di non compensare e questo crea nei figli un senso di smarrimento che li porta a non comprendere l’importanza delle nostre ricorrenze religiose». Ma allora, che cosa fa una famiglia musulmana il 25 dicembre? «Per noi è un giorno come il sabato o la domenica – spiega Noura – e approfittiamo per stare insieme». L’anno scorso la famiglia Chettali ha colto la palla al balzo per fare un viaggio ed andare a Parigi, altre volte ha scelto di tornare in Tunisia mentre ci sono stati anni in cui ha organizzato un cenone con parenti «per stare tutti insieme visto che in questo giorno nessuno lavora». Per quest’anno non c’è ancora nulla di organizzato ma Noura non sembra preoccupata: «Mi basta qualche minuto su Booking, prenotiamo un posto sul Flixibus e via: si parte!». Ma se è vero che il Natale non è una festa musulmana, ci sono sempre più paesi islamici che a dicembre si adornano di luci e stelle cadenti e Noura non è stupita: «Le mie nipoti in Qatar ogni anno mi mandano foto con l’albero di Natale nel centro commerciale ma non capisco questa scelta di volersi occidentalizzare per forza. D’altronde, se non siamo diversi che vita è?»