Campi liberi
domenica 25 Dicembre, 2022
di Carlo Martinelli
Chi, in Italia, poteva scoprire il perché di Italo Breviglieri, ala del Modena dal 1920 al 1927, quando passa al Torino (poi giocherà anche con Pro Patria e Livorno, tra le altre, e allenerà negli anni Quaranta il Trento per due stagioni) non si trovasse un documento che è uno negli uffici anagrafe italiani? Forse solo Fabrizio Schmid, 56 anni, di Trento, operaio magazziniere da una vita. Soprattutto, uno dei più conosciuti e rispettati statistici del calcio. La ricerca di dati, tabelline, nomi, reti e presenze è il suo pane quotidiano, a partire dai primi anni Settanta.
Una passione ereditata dal padre, Fulvio, e mai venuta meno. Al punto che, per tornare al quesito iniziale, Fabrizio Schmid ha risolto il «caso Breviglieri». Lo ha fatto come fa per controllare i dati statistici di migliaia di calciatori: chiamando gli uffici anagrafe dei Comuni, in giro per l’Italia; spulciando nelle biblioteche e ora anche (e per fortuna) in rete le raccolte dei quotidiani, sportivi e non; pazientemente cercando i numeri di telefono o indirizzi email di parenti, ex compagni di gioco, dirigenti ai quali chiedere notizie di questo o quel calciatore, per poter sempre meglio completare le statistiche che affollano il suo computer. Statistiche che per anni hanno riempito le decine e decine di quaderni (il primo, conservato con cura, tutto dedicato ad Ivano Bordon, portiere dell’Inter) sui quali, in bella scrittura stampatello, ha annotato tutte le partite disputate in Italia, dal 1929 (anno dell’istituzione del campionato a girone unico) ad oggi. Le partite di serie A, direte voi, e già sarebbe una impresa non da poco. Macché, quella di Fabrizio Schmid, nella sua abitazione «sancta santorum» dei numeri applicati al calcio, nel popolare quartiere della Clarina, è una missione titanica: ha raccolto i tabellini di tutte le partite non solo della serie A, ma anche della B, della C e della D.
Breviglieri…ovvero Tosatti
E siccome detesta le imprecisioni e il pressapochismo – “nel web un errore non corretto ne genera decine di altri, a cascata”, ricorda – lui non conosce ostacoli. E così ha scoperto che dell’allenatore Italo Breviglieri non v’erano tracce perché lui era…Fernando Tosatti. La storia è questa, ricostruita da Schmid: nasce il 27 febbraio 1904 da ragazza madre che lo iscrive all’anagrafe come Fernando Soletti. Qualche mese dopo la madre lo riconosce e gli dà cognome Mantovani. Poi si sposa con Gustavo Tosatti nel 1918 (il 14 marzo, per la precisione) e Fernando prende il cognome Tosatti. Quello stesso anno comincia a giocare a calcio a Bologna, all’insaputa dei genitori che erano contrari. Per farlo si fa cartellinare come Italo Breviglieri. Insomma: ha cambiato tre cognomi e ha giocato con un quarto cognome. Il «commissario» Schmid lo ha scoperto, cent’anni dopo.
Il portiere Oreste Cuglig
Altro esempio? Un certo Oreste Cuglig, portiere, ha giocato una sola partita in serie B, nel Monfalcone, nel campionato 1929/30. Dopo decine di telefonate il nostro trova un Cuclig, nel Friuli: «Scusi, lei ha qualche notizia di un certo Cuglig che ha giocato a calcio dalle vostre parti negli anni Trenta?». Chi risponde ha 82 anni, scoprirà poi Schmid. E, dopo un interminabile silenzio, dice: «Era mio padre, Oreste Cuglig è morto a 30 anni per uno scontro di gioco in una partita amichevole. È la prima volta in 82 anni che qualcuno mi chiede di lui. Mia madre, per il dolore, non volle che io avessi mai nulla a che fare con il pallone». Ecco, dietro le statistiche stanno anche storie come queste.
Le 33 gare in più di Dino Zoff
E scoperte che danno soddisfazione: solo recenti ricerche hanno permesso di aggiungere 33 partite alla leggendaria carriera di Dino Zoff, portiere mondiale con Bearzot nel 1982. Sì, il nostro, spulciando i quotidiani locali della zona, ha scoperto che nel 1958, allora sedicenne, Zoff difese la porta del Mariano, nel campionato nazionale dilettanti (ex Promozione).
Le biografie di 9701 calciatori
In questi giorni parte del monumentale lavoro di ricerca è confluito nella pubblicazione – la si trova su Amazon – di tre volumi: «Calciatori di serie A». Fabrizio Schmid lo ha compilato con Giovanni Gualersi di Piombino: «Siamo due cinquantenni con la stessa passione per la ricerca calcistica, abbiamo unito le forze per dare alla luce un’opera che contiene parecchi dati inediti, per mettere fine alle decine di errori tramandati dalla storia e riportati poi sul web». In orgogliosa battaglia contro le fake news calcistiche, insomma. Ci fosse giustizia, Wikipedia dovrebbe assumerli seduta stante. Per capirci: i tre volumi riportano i dati relativi a 9701 giocatori e 607 allenatori: tutti «statisticati e verificati», puntualizzano.
Tre volumi sull’Inter e 47 su altri club
I tre corposi volumi non sono, peraltro, la prima fatica editoriale del nostro che ha già pubblicato tre volumi con le statistiche di tutti i giocatori che hanno indossato la casacca dell’Inter (il che rivela anche qual è la squadra del cuore di Schmid, e dire che il papà tifava Bologna…) e due ponderose ricerche sulla Coppa Italia, edizione 1935/36 e 1936/37.
Quasi niente, verrebbe da dire, rispetto al fatto che abbia collaborato nella stesura di 47 (avete letto bene: quarantasette) volumi dedicati alla storia di altrettante compagini calcistiche italiane. Il primo: «85 anni di calcio a Giugliano», l’ultimo (finora): «Enna 90 anni di storia». In mezzo ha fornito dati, tabellini e numeri sui campionati della Cavese e del Ragusa, del Piombino e del Vicenza, del Mantova e della Pro Sesto, del Grande Torino e del Catanzaro, dell’Albenga e del Faenza, del Napoli e del Cagliari, del Saluzzo e dell’Angolana. Perché, nel particolare mondo degli statistici del calcio, lui è una autorità, rispettata e ricercata. Collabora con vari siti calcistici: Museo grigio (Alessandria), Il museo del Como, Piacenza, Magliarossonera (Milan).
Trento, Pink Floyd e macchinine
Domanda spontanea: e il Calcio Trento? «Ho pronto da due anni il volume con tutte le partite dal 1921 ad oggi. Un editore specializzato dovrebbe darlo alla luce a breve, spero». Ma il Trento non è stato fondato nel 1926? «Certo, ma è nato dalla fusione di tre squadre: Unione Ginnastica Trento, Pro Trento e Trento Associazione Calcio. E anche di quelle tre compagini ho recuperato, non è stato facile, tutti i risultati e tutte le formazioni».
Parla, Fabrizio Schmid, con una tranquillità olimpica, avvolto dalla nube delle sigarette cui non rinuncia mai e scopriamo così che: è stato un portiere in gioventù, Terza categoria con il Mattarello; ha amato il Trento del grande Piergiorgio Luetterotti, storico capitano degli anni in C1 («Classe superiore, quando toccava lui il pallone, faceva un rumore diverso da tutti gli altri»); è patito di musica (i biglietti appesi alle pareti fanno capire che era ai concerti dei Pink Floyd, di Frank Zappa, dei Genesis). Eppoi, se alzi lo sguardo dai 500 volumi e passa con la storia delle squadra di calcio e dalle centinaia di almanacchi, non solo Panini che tiene in biblioteca, ti imbatti, nel corridoio di casa, in una serie di vetrinette colme di modellini di automobili: «Sono 1950 macchinine, la mia passione fin da quando ero bambino». E qui dovrebbe iniziare un altro articolo…