domenica 12 Gennaio, 2025

Ferrovia della Valsugana: «Da febbraio sarà il caos»

di

Una serata a Pergine per fare il punto sulla chiusura. Tra 40 giorni infatti scatteranno per dieci mesi i lavori di elettrificazione fino a Borgo. «Cittadini poco informati e disagi sicuri»

Circa 130 persone in sala, l’altra sera, venerdì 10 gennaio 2025, al Centro #Kairos, nell’incontro organizzato dal Circolo Pd di Pergine guidato da Mirko Casagrande Zampedri, e dall’Alleanza Verdi Sinistra (introduzione di Roberto Calzà). Il tema: i lavori e il futuro della ferrovia della Valsugana. Un ragionamento che dalla rotaia si è trasferito alla gomma, alle strade, al prolungamento dell’A31, alle ciclabili, agli impianti a fune in Alta Valsugana. Insomma, mobilità a 360 gradi.
«Il prossimo 22 febbraio verrà chiusa, per dieci mesi, la ferrovia della Valsugana fra Trento e Borgo Est per i lavori di elettrificazione» ha introdotto Mirko Casagrande Zampedri, segretario del circolo dem di Pergine. Pendolari e turisti dovranno fare i conti, almeno fino al prossimo dicembre, con pesanti disagi. La comunicazione e le contromosse della Provincia sul fronte dei bus sostitutivi, finora, non hanno convinto Pd e Alleanza Verdi Sinistra. E dal pubblico sono emerse diverse perplessità.


I lavori: stop ai treni per 10 mesi

L’ingegner Ezio Viglietti, coordinatore del Comitato trentino per la mobilità sostenibile nato tre anni fa, ha riassunto la ratio dei lavori in programma tra poco più di un mese: «Si tratta del primo lotto, ovvero poco meno di 44 chilometri di linea. Verranno sistemati pali, linea aerea, due nuove cabine elettriche e abbassato il livello dei binari nelle gallerie per far passare i nuovi treni elettrici. Il costo: 81,7 milioni, oltre 63 da fondi olimpici, 5 dal Pnrr, 3 dalla provincia, 10 da fondi del decreto infrastrutture. Da Borgo a Primolano e Bassano, però, non c’è ancora traccia di progetto o finanziamenti. A noi, da tecnici, sembra eccessiva la chiusura totale della ferrovia: si poteva lavorare di più di notte e chiudere solo a singhiozzo, non dal 22 febbraio al 9 dicembre, come annunciato da Rfi».

 

Dubbi e forti preoccupazioni
Alla serata sono intervenuti anche i consiglieri provinciali Paolo Zanella (Pd) e Lucia Coppola (Avs): «Abbiamo presentato interrogazioni in consiglio provinciale e torneremo alla carica nel question time di martedì – hanno ricordato – ma siamo preoccupati per la scarsa trasparenza, la pressoché nulla comunicazione da parte della Provincia. Ci saranno sufficienti bus sostitutivi in un periodo in cui mancano autisti? Si potranno trasportare le biciclette nel periodo estivo? Contemporaneamente saranno in corso anche i lavori alla galleria dei Crozi e si rischiano i mega-ingorghi sulla statale verso Trento e Ponte Alto». In effetti, si preannuncia una «tempesta perfetta» con la ferrovia chiusa e la statale a una corsia.
Dal pubblico, si sono sollevate richieste di garanzia per i posti per i disabili sui pullman e sui nuovi treni elettrici dal 2026, un tavolo per estendere lo smart working dei pendolari della Valsugana, iniziative del Comune di Pergine per garantire più banchine, pensiline e soluzioni al traffico dei tanti bus sostitutivi che graviteranno sulla città.

 

Gli altri nodi futuri
Il Comitato mobilità sostenibile è contento della elettrificazione ma non ritiene sarà risolutiva: «La linea resterà lenta come nel 1896…». Si raddoppierà, grazie ai nuovi elettrotreni e ibridi Pop, Blues e Rock, la capacità di trasporto (da 6mila a 12mila passeggeri). Il sindaco di Tenna, Marco Nicolò Perinelli, ha allargato il discorso: «In Alta Valsugana vanno realizzati parcheggi presso le stazioni; sì a un treno veloce Borgo-Levico-Pergine Trento. No Valdastico, il tunnel di Tenna abbia la doppia canna e lasciamo il lungolago a pedoni e bici. E non è utopia ripensare a impianti di risalita verso Vetriolo e Luserna».