il caso

martedì 14 Gennaio, 2025

Pantani e le ombre della camorra sul giro del 1999: il pm di Trento acquisisce i fascicoli da altre procure

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I genitori del Pirata soddisfatti: «L'ufficio giudiziario dimostra nei fatti di svolgere diligentemente e compiutamente la propria funzione e il proprio lavoro»

La procura di Trento ha chiesto documentazione e fascicoli alle procure che nel tempo hanno indagato sul cosiddetto caso Pantani. Tra gli atti richiesti dalla magistratura di Trento anche le dichiarazioni rese a suo tempo e a più riprese ai carabinieri dall’ex capo clan camorristico di Mondragone, poi divenuto collaboratore di giustizia, secondo cui «se Pantani vinceva il Giro avrebbe buttato in mezzo alla via quelli che gestivano le scommesse». Sotto la lente della magistratura la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia 1999. Il Pirata, a due tappe dal termine, era saldamente in testa alla classifica con quasi 6 minuti di vantaggio. Ma la mattina del 5 giugno di 26 anni fa i controlli anti-doping positivi, su cui c’è il sospetto della «manipolazione» ad opera della camorra, lo misero fuori gioco. «Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista» è l’ipotesi di reato, per ora senza indagati, su cui indaga la pm Patrizia Foiero che, secondo quanto apprende LaPresse, ha già ascoltato 12 persone informate sui fatti.

Intanto i genitori del campione, rappresentati dai legali Fiorenzo ed Alberto Alessi, preferiscono il silenzio fiduciosi nella giustizia: «quando un ufficio giudiziario, com’è in questo caso la procura di Trento, dimostra nei fatti di svolgere diligentemente e compiutamente la propria funzione e il proprio lavoro, la migliore forma di apprezzamento e condivisione sia un rispettoso silenzio» le loro parole.