La testimonianza
giovedì 16 Gennaio, 2025
di Emanuele Paccher
Ventidue giorni negli Stati Uniti a cavallo tra New York, Nevada, Arizona e Utah per raccontare la particolare esperienza dell’essere ospite di una famiglia «mormona». La Chiesa dei mormoni – o meglio: di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni – nasce da Joseph Smith nella prima metà del 1800. Smith, infatti, dichiarò di aver ricevuto una serie di visioni divine a partire dal 1820. Queste, unitamente a una serie di tavolette d’oro che gli furono recapitate da un angelo, gli permisero di costruire una nuova Chiesa, dopo che tutte le altre esistenti – a detta del fondatore – avevano perduto la retta via. Di tali tavolette d’oro non rimane traccia, se non il giuramento di alcune persone vicine a Smith, le quali dichiararono di averle vedute prima che l’angelo se le riprendesse.
L’assassinio di Smith
Pubblicato il libro della nuova Chiesa – il libro di Mormon, secondo il quale Gesù visitò i nativi americani dopo la resurrezione –, Smith iniziò a ottenere i primi seguaci nello Stato di New York. Come per molti altri profeti (o presunti tali) e per le relative religioni, Smith dovette fare i conti con una feroce opposizione e discriminazione culminante nel suo assassinio il 27 giugno 1844.
Gli scismi
La morte del fondatore causò numerosi scismi riassumibili in due correnti: la prima, sotto la guida di Brigham Young, diede vita alla Chiesa che oggi conosciamo; la seconda, parcellizzata in numerose Chiese, si estremizzò ed è forse la causa dell’eccessivo pregiudizio esistente nei confronti dei mormoni. Tale corrente, infatti, prodigò (e prodiga ancora, seppure i seguaci siano veramente risicati) la poligamia, ammettendo sino a sette mogli per un uomo. L’altra Chiesa, invece, si basa sul matrimonio monogamo. Da un punto di vista teologico le differenze con le altre religioni cristiane non sono comunque di poco conto: i mormoni rifiutano il dogma del trinitarianesimo e il loro battesimo è considerato nullo dai cattolici e dai protestanti, i quali ritengono in tutto e per tutto il mormonismo una falsa religione. Dall’altra parte i mormoni non riconoscono – per esempio – l’autorità papale, e hanno sempre un loro profeta (l’apostolo più anziano) coadiuvato da dodici apostoli. L’attuale presidente è Russell M. Nelson, che lo scorso 9 settembre ha raggiunto la veneranda età di 100 anni.
Gli elementi in comune
Da un punto di vista pratico ed esperienziale, invece, le analogie sono molte. La messa si svolge una volta a settimana, alla domenica, e prevede un momento di comunione con acqua e pane (letteralmente). Ciò che cambia è lo svolgimento della stessa: niente prediche da un parroco, sostituite dai racconti di alcuni credenti sui temi più disparati. I più piccoli una volta alla settimana si ritrovano in Chiesa per imparare le sacre scritture, aiutati da alcuni maestri volontari (in modo del tutto analogo a quanto avviene con la catechesi per i cattolici).
Il vestiario, le preghiere, il sesso
Andando ancora più sull’esperienziale e nella vita di tutti i giorni: uno dei ragazzi della famiglia che mi ha ospitato, Jacob Barton, di 23 anni, studente di medicina e discendente trentino di quarta generazione, vive la sua fede in modo molto profondo. Il suo vestiario è ad hoc: la biancheria intima deve rispettare determinati diktat, i pasti li precede sempre con una preghiera con cui ringrazia Dio e Gesù (concepiti come entità differenti), i rapporti sessuali sono ammessi solamente dopo il matrimonio (che avviene, forse anche come conseguenza, a un’età media di 20 anni).
Uno degli aspetti che più stupisce è che Oltreoceano la religione tiene il passo con la scolarizzazione. Jacob, Elle e numerosissimi altri giovani vivono, infatti, la religione come qualcosa di fondamentale, nonostante siano tutti studenti universitari. Si tratta di una cosa che non ho riscontrato tra i miei coetanei: quasi tutte le mie conoscenze universitarie, infatti, se non si sono spinte a ritenersi non credenti, hanno comunque attenuato – e di molto – il peso dato alla religione nelle loro vite man mano che progredivano negli studi. Un esempio su tutti: Elle mi ha confidato che accetterebbe di sposare un uomo di un’altra religione, purché poi si converta e sempreché abbia una fede profonda in Dio. Si tratta di un discorso difficilmente replicabile in Europa.
Un’altra curiosità. Jacob ha assolto il compito della «missione»: ventiquattro mesi in cui la Chiesa manda i giovani in un altro Stato (nel suo caso la Pennsylvania) e gli organizza tutte le giornate, incentrate sul portare al mondo il messaggio di Gesù Cristo.
La donazione della «decima»
Per quanto riguarda le finanze della Chiesa, queste sono rimpinguate prevalentemente dalla donazione della «decima» da parte dei credenti. Si tratta di una donazione volontaria mensile attraverso cui viene donata la decima parte del proprio stipendio. Assente, invece, la raccolta delle donazioni in Chiesa.
Per onore di cronaca, va ammesso che alcuni aspetti rimangono un po’ più oscuri: una domenica la famiglia – forse con l’inconfessabile desiderio e speranza di convertirci – ci ha portati a un concerto speciale a Salt Lake City, nel quale tutto è sembrato simile alle strategie di «love bombing» delle truffe piramidali. Nel periodo trascorso in Chiesa, infatti, tutti sono sembrati particolarmente gentili, ben più di come lo si sarebbe in altre occasioni.
Il pregiudizio sconfitto
Tuttavia, ora che sono tornato in Trentino, ammetto che alla partenza avevo molti più pregiudizi sui mormoni rispetto a quando sono tornato. Vedere dei miei più o meno coetanei viversi la fede in un modo così sincero e profondo è stato un qualcosa di inedito, a cui non sono per nulla abituato. Ma è stato stupendo. Così come lo è stato l’essere entrato – almeno per un po’ – nel cuore di una cultura così diversa dalla mia e, soprattutto, nel cuore di persone con cui ho condiviso alcune delle giornate più belle di sempre.
Dulcis in fundo: sentire il nonno, Ronald Tremea, 82enne e nipote dell’emigrante trentino giunto sino negli Stati Uniti, suonare la fisarmonica per noi nell’ultima cena (non quella cristiana, la specificazione è d’obbligo in tale contesto) è stato emozionante. Talvolta le barriere sono davvero solamente nella nostra testa. Così è stato per me.
il caso
di Sara Alouani
L'uomo, 45 anni, è stato arrestato lo scorso 15 novembre ed ora potrebbe trovarsi in una struttura di detenzione, senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione