Il caso

sabato 18 Gennaio, 2025

Sanità, a Trento mancano infermieri: in tilt la dialisi del S. Chiara

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Sospese le attività non essenziali come i test e l’addestramento domiciliare. Varagone (Uil): «Carenza cronica, paga il personale stabile»

Uno dietro l’altro, per malattia o problemi personali, l’unità operativa di nefrologia dell’ospedale Santa Chiara ha dovuto fare a meno di quattro infermieri su dodici. La tempesta perfetta in un periodo in cui c’è da fare i conti, anche con le ferie. E le conseguenze si sono fatte sentire. Lo denuncia la Uil Fpl del Trentino: «C’è stata una drastica riduzione delle attività fondamentali — fa sapere il segretario Giuseppe Varagone — le visite domiciliare pre e post dialisi sono stati in molti casi annullate o non vengono più pianificate. Inoltre, non si riesce ad organizzare l’addestramento dei pazienti per la dialisi a domicilio, i “Pet”, ossia test essenziale per i pazienti che si sottopongono a diagnosi peritoneale sono stati annullati e non vengono più pianificati. Contestualmente, hanno sospeso il readdestramento per pazienti con peritoniti ricorrenti. Si tratta di interventi che sono fondamentali per garantire la gestione della dialisi da casa: sono penalizzati i pazienti, che vedono aumentare i rischi di complicanze». La Uil sottolinea come, nell’unità operativa di Nefrologia, «La carenza di personale — prosegue Varagone — si traduce in un’assistenza ridotta al minimo. I pazienti non autonomi non vengono mobilizzati al mattino e l’unico operatore sociosanitario disponibile riesce a malapena a garantire le cure di base. A partire da gennaio, oltre dieci turni sono stati coperti da infermieri sottratti alla dialisi peritoneale, con le conseguenze sul servizio precedentemente citate. E ovviamente il personale stabile deve coprire il tutto con carichi insostenibili».
Per i responsabili dell’unità operativa si tratta di scelte difficili ma necessarie, in un momento di emergenza dovuto alle assenze. «Abbiamo dovuto effettuare una riorganizzazione — responsabile dell’unità di nefrologia e di dialisi multizonale, Giuliano Brunori — ma tutte le attività sospese temporaneamente, per quanto importanti, non sono, dal punto di vista medico, indispensabili. Un esempio: il Pet è un esame che si fa una volta l’anno, pertanto può essere rimandato per tempi brevi». La situazione, prosegue il professor Brunori, «è stata causata da una serie di gravi problemi di salute o personali tra il nostro personale, una situazione che ha ridotto la nostra operatività del 30%». Il problema, insomma, è sempre quello della carenza di medici e infermieri. La situazione in nefrologia è attesa migliorare a breve con alcuni rientri. Lo fa sapere il responsabile delle professioni sanitarie dell’Apss, Paolo Barelli: «Un aiuto arriverà già dalla settimana prossima, con l’ingresso di un nuovo oss».D.O.