economia
sabato 25 Gennaio, 2025
di Gabriele Stanga
Tutta l’Italia in vendita. È questa la linea emersa, o forse sarebbe meglio dire confermata ieri durante l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made In Italy sulla cessione degli stabilimenti Off Highway (comparto fuori strada e movimentazione a terra) del Gruppo Dana nel nostro paese.
Alla presenza dei rappresentanti del ministero e di tutti i soggetti interessati tra i quali, sindacati, Confindustria e una delegazione della Provincia Autonoma di Trento, con l’assessore allo Sviluppo economico Achille Spinelli e la dirigente Laura Pedron, l’azienda ha ribadito la volontà di vendere tutti e 12 gli stabilimenti italiani nel comparto, tra i quali figurano i due di Rovereto e Arco, che danno lavoro a 950 dipendenti.
I sindacati
E visto il numero di lavoratori coinvolti, prime interessati alla vicenda sono le organizzazioni sindacali, che da un lato hanno apprezzato l’interesse di governo e amministrazione provinciale, dall’altro si dicono non soddisfatte delle risposte date dalla multinazionale: «Oggi non abbiamo avuto nessuna rassicurazione, ma solo la certezza che parte della produzione trentina verrà delocalizzata, senza alcun reale impegno a garantire l’occupazione», si legge in una nota congiunta delle sigle e delle Rsu, che annunciano due assemblee dei lavoratori di Arco e Rovereto, in programma oggi e lunedì. «È stata confermata la vendita di tutti e 30 gli stabilimenti Off Highway di Dna nel mondo, tra cui i 12 italiani, che impiegano 3800 dipendenti – aggiunge il segretario della Fim Cisl Trentino, Luciano Remorini – Non hanno dato tempistiche ma il processo è partito e noi speriamo possa concludersi in fretta». Confermato anche lo spostamento in Messico, di «circa il 30-40% della produzione fatta tra Arco e Rovereto». Quest’ultima rientrerà nella vendita e sarebbe soggetta a trasferimento per una scelta di mercato. «Avevamo paura di una frammentazione, ci rassicura il fatto che sia tutto il comparto in blocco ad essere ceduto, il che può far sperare per un cambio di proprietà in continuo con la produzione».
Più duro Michele Guarda, segretario della Fiom Cgil Trentino: «Al momento non ci hanno detto nulla se non che viene messo in vendita il gioiello di famiglia allo scopo di incassare. Non si sono sbilanciati su niente. È stato detto che venderanno il pacchetto completo ma non ci sono assicurazioni. Le preoccupazioni restano e le risposte non ci hanno soddisfatto». Un commento è arrivato anche dal neoeletto segretario della Uil Walter Largher, che pure non ha partecipato all’incontro: «Come visto con la Whirpool, un territorio piccolo come il Trentino non riesce a bloccare ingranaggi che si muovono su un piano globale ma le cose potrebbero cambiare rivolgendosi al sindacato europeo e mondiale».
Provincia e Confindustria
Era, invece, presente all’incontro l’assessore provinciale allo sviluppo economico, Achille Spinelli: «Assicuriamo il massimo impegno come Provincia autonoma di Trento e Trentino Sviluppo per garantire la continuità produttiva e occupazionale degli stabilimenti trentini di Rovereto e Arco, interessati dalla procedura avviata da Dana – ha dichiarato -Continueremo a seguire con grande attenzione questa fase, rimanendo in stretto contatto anche con il ministero». L’obiettivo della Provincia, ha aggiunto Spinelli, è quello di «accompagnare eventuali acquirenti che intenderanno subentrare, per mantenere alto il livello di investimenti sul territorio e confermare la capacità dell’industria che per il Trentino è un asset strategico, sia in termini di produzione che di lavoro».
Gli fa eco il direttore generale di Confindustria Trento, Roberto Busato: «Dobbiamo stare tutti dalla stessa parte e mantenere le aziende in Italia – afferma – Si può immaginare di mettere sul piatto azioni come ministero e Provincia per fare in modo che il nuovo acquirente abbia interesse a mantenere qui la produzione. È importante vedere che c’è la massima attenzione sia delle istituzioni nazionali che di quelle provinciali».