il dramma
sabato 25 Gennaio, 2025
di Benedetta Centin
«Quando ho saputo quanto accaduto a Sara Piffer ho avuto un colpo al cuore. Un dolore immenso, sono scoppiata a piangere: per me è come fosse stata una figlia. Sara aveva la stessa età della mia Alice, stessa grande passione per la bici, in più hanno corso assieme nello stesso team Velosport Mezzocorona per un periodo. Non riesco a darmi pace…». Mamma Katia Widmann non riesce a trattenere l’emozione al telefono. Ieri è ripiombata nell’incubo in cui è stata risucchiata il 14 agosto dell’anno scorso, quando la sua amata figlia, Alice Toniolli, 19enne di Mezzocorona, più volte in azzurro e già campionessa europea juniores, è stata vittima di un bruttissimo incidente sul «Circuito dell’Assunta» a Vittorio Veneto, Treviso. Un incidente che ha anche messo in pericolo la sua vita. Quel giorno l’atleta, tra le più promettenti, nel team delle Top Girls Fossa Bortolo, aveva perso il controllo della bici schiantandosi contro il muretto di un ponticello privo di protezioni (su questo c’è un’inchiesta penale in corso). Un impatto così violento da ridurla in condizioni disperate.
«È tornato tutto a galla»
Brutti ricordi, momenti terribili, che però non sbiadiscono nella mente e nel cuore di mamma Katia, per quanto la giovane si stia riprendendo molto bene. «Per me oggi (ieri per chi legge ndr) è un altro 14 agosto, ho rivissuto quelle drammatiche circostanze, quando Alice è stata soccorsa in gara ed è finita in ospedale in coma: è tornato tutto a galla – ha dichiarato la donna di Mezzocorona in riferimento alla morte di Sara Piffer, ironia della sorte avvenuta proprio a Mezzocorona – Per alcuni giorni la vita di mia figlia è rimasta appena a un filo ma poi si è aperto uno spiraglio di luce e ora sta decisamente meglio. Per Sara purtroppo non è andata così: inaccettabile, una vera batosta, un grande dolore, davvero. Ma se non lo provi sulla tua pelle non puoi capire quanto sia immenso e acuto quel dolore». Il pensiero va inevitabilmente ai familiari della diciannovenne, al grande fardello di sofferenza con cui d’ora in poi dovranno imparare a convivere. «Ho intenzione di scrivere ai genitori di Sara un messaggio per far sapere loro la mia vicinanza – continua mamma Katia – ma ammetto che per me sarà difficile trovare le parole: sono ancora molto provata per quello che ho vissuto con la mia Alice».
Il dolore e la rabbia
Ieri mattina in paese c’è stato chi, sapendo dell’incidente che vedeva coinvolti due fratelli ciclisti, si era preoccupato e aveva contattato al telefono Katia Widmann, per assicurarsi che i suoi figli stessero bene, per accertarsi che non fossero loro ad essere rimasti coinvolti nel brutto sinistro. «All’inizio non capivo il senso di quelle telefonate, poi ho realizzato – racconta la donna – Alice mi ha visto piangere per Sara, non sono riuscita a trattenere le lacrime… Lei è molto provata, a sua volta sconvolta per la perdita della coetanea con cui era stata in team, con cui aveva in comune l’amore per la bicicletta. E nutre anche rabbia, sì. Rabbia per le vetture che spesso rappresentano un pericolo per chi gira in bicicletta. E non posso darle torto: in queste zone è difficile allenarsi, le strade sono trafficate, il pericolo esiste, e non è poco. La speranza è che grandi tragedie come queste possano portare a maggiore prudenza e responsabilità da parte degli automobilisti».