il discorso
domenica 2 Febbraio, 2025
di Emanuele Paccher
Il momento più atteso della giornata è arrivato. Presso l’Auditorium della Cooperativa Sant’Orsola a Cirè di Pergine è infatti in corso di svolgimento il congresso ordinario del PATT. Il punto all’ordine del giorno in corso è quello relativo agli interventi dei candidati alla segreteria politica e i relativi candidati alla vicesegreteria.
Il primo a prendere parola è stato il segretario uscente, Simone Marchiori, dato come favorito per la riconferma. La sua tesi presentata ha come titolo: “Punto di Riferimento: il ruolo del PATT fra tradizione, apertura e innovazione”. Come vicepresidenti sostengono la candidatura di Simone Marchiori Mariuccia Cemin e Leopoldo Fogarotto.
“Questo congresso rappresenta una tappa fondamentale per il presente e il futuro del nostro partito e del Trentino. Il nostro è un partito vivo e centrale nel dibattito politico della nostra terra. Il PATT ha il merito di essere l’unico partito in Trentino a celebrare congressi veri, con numerosi incontri preparatori sul territorio e con un dibattito che si sviluppa per mesi”, ha esordito Simone Marchiori. “Essere qui oggi significa credere nella politica che parte dalla base, che discute e opera insieme. Il PATT non può più permettersi di cedere alle sirene di predicatori con la verità in tasca. Ho la tessera del PATT da più di vent’anni e se ho deciso di ricandidarmi è perché sento, ancora oggi, la stessa passione, la stessa carica ideale e lo stesso entusiasmo. Il Trentino può essere migliore solo se accompagnato da un partito autonomista forte”.
Spazio, poi, a qualche riflessione sull’alleanza con il centrodestra alle ultime elezioni provinciali. “L’ultimo congresso ci ha posto di fronte a decisioni importanti. Abbiamo scelto, tutti insieme, confrontandoci, di costruire un’alleanza con il presidente Maurizio Fugatti. Lo abbiamo fatto non per convenienza, ma sulla base di un programma chiaro, concreto, basato sui bisogni del Trentino. Non è stata una scelta facile, ma oggi il PATT è tornato ad avere un ruolo di governo, portando avanti una visione autonomista e territoriale all’interno dell’amministrazione provinciale”.
“L’immagine di un partito diviso è la peggior cartolina che possiamo dare a un elettore che già è sconfortato dal sistema”, ha proseguito Marchiori. “Il dibattito interno è importantissimo, ma non può esserci spazio per chi ci considera un autobus da utilizzare per il proprio interesse, così come non c’è nemmeno spazio per i ricatti di chi non accetta le regole e le decisioni di quella maggioranza silenziosa che si riunisce, discute, decide, che c’è sempre e non esce mai verso l’esterno per danneggiare il partito”.
Uno degli obiettivi principali è quello di confrontarsi con altre forze politicamente vicine al PATT. “Uno degli obiettivi strategici del mandato congressuale che si conclude era il rafforzamento dell’area autonomista, civica, territoriale e popolare. Un percorso che ha visto una tappa fondamentale con la convergenza tra il PATT e Progetto Trentino”, le parole di Marchiori. “Allo stesso tempo, tuttavia, non possiamo nascondere il rammarico per la mancata partecipazione degli Autonomisti Popolari. L’impegno nostro, comunque, deve essere quello di tenere le porte aperte ed essere pronti all’ascolto, al confronto e alla collaborazione”.
Spazio, infine, a riflessioni sul futuro. “Un’ulteriore sfida che dovremo affrontare sarà quella dell’Autonomia. I cambiamenti che coinvolgono la geopolitica mondiale e, quindi, anche il nostro Paese, devono vederci pronti all’azione. Non è il tempo di chiuderci a riccio nel nostro fortino, ma dobbiamo creare gli strumenti per essere ancora più competitivi. Diventa necessario il confronto con lo Stato per il ripristino delle competenze e per la revisione dello Statuto con un occhio di attenzione alle relazioni transfrontaliere, in particolar modo al valore dell’Euregio che, proprio in questa situazione, può e deve fare quel salto di qualità per diventare a tutti gli effetti un riferimento amministrativo e politico dei nostri territori”. Anche la legge elettorale deve essere ripensata: “Se vogliamo contare, se vogliamo davvero uscire da un sistema troppo polarizzato e valorizzare l’area autonomista, dobbiamo fare in modo che la legge elettorale attuale venga superata”.
Successivamente ha preso parola l’altra candidata alla segreteria del partito, Maria Bosin, sostenuta dalle candidature a vicesegretario politico di Mauro Fiamozzi e di Mattia Lusente. “Questo è un momento importante per la nostra casa politica che ho scelto con convinzione e nella quale, con grande senso di responsabilità, voglio impegnarmi”, ha dichiarato Bosin. “I partiti non sono semplici strumenti elettorali, ma i garanti della partecipazione e della rappresentanza politica. Forse mai come ora è indispensabile che il nostro sforzo di presenza e di credibilità, un saper farsi carico dei tanti problemi della nostra società, trovi un concreto sviluppo. Mai come oggi è fondamentale rafforzare il nostro ruolo nello scenario politico, assumendoci con responsabilità il compito di affrontare le sfide di trasformazione della nostra società”.
Importante, in questo contesto, risulta il legame con i territori. “Dobbiamo affermare con forza il nostro legame con i cittadini, il territorio e le istituzioni locali. Dobbiamo sostenere con convinzione il percorso dell’autonomia differenziata, contribuendo alla sua evoluzione con spirito costruttivo e lungimirante”, ha proseguito Bosin. “Non dobbiamo dimenticare l’essenza più profonda del nostro territorio, legata al nostro essere un popolo di montagna. Dobbiamo guardare a Nord, verso Bolzano e Innsbruck, in particolare verso i nostri fratelli della SVP. La nostra appartenenza al Tirolo storico è un legame profondo con la nostra cultura e con le nostre tradizioni, che si è plasmata nei secoli e che oggi trova una nuova espressione attraverso strumenti concreti come l’Euregio”.
Spazio poi a temi d’attualità, come quello legato all’immigrazione. “Il Trentino ha una lunga storia di emigrazione. Le nostre famiglie conoscono bene il dolore e la speranza nel dover lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore. Oggi siamo l’altra parte di questo fenomeno, e dobbiamo gestirlo con pragmatismo e umanità. Chi arriva per lavorare e integrarsi deve trovare un sistema che favorisca l’inclusione, il rispetto delle regole e la partecipazione attiva alla comunità. Chi fugge da guerre e persecuzioni merita accoglienza e protezione. Non possiamo però ignorare le criticità: chi cerca solo di sfruttare il nostro sistema o di delinquere non può trovare spazio. La legge va applicata con fermezza”, ha dichiarato la candidata Bosin, che ha poi concluso: “Il mio augurio è che le future azioni del nostro partito siano all’altezza della sua storia lunga 77 anni, fatta di sacrifici, di lotte e di speranze che ci sono state tramandate. Lo spirito di comunità, di appartenenza e di responsabilità nei confronti della nostra terra deve essere la forza che ci guida”.
Terminata la presentazione dei due programmi, la parola passa ora ai delegati che eleggeranno il prossimo segretario del partito e i vicepresidenti.
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