politiche sociale

mercoledì 5 Febbraio, 2025

Accoglienza, Zanella attacca Tonina: «Soluzioni a spot, solo quando ne parlano i giornali»

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Ancora scintille sul tema, il consigliere provinciale dem: «Servono soluzioni strutturali, non risposte on demand»

«Fa specie leggere sui giornali che l’assessore Tonina venga fatto passare come il risolutore delle criticità che oggi incontrano le famiglie senza dimora, spesso di persone richiedenti protezione internazionale. È infatti troppo semplice dare risposte on demand e raccontarci la storiella che “quando ci segnalano i problemi noi li risolviamo”, visto che i “problemi” (che sarebbero poi persone senza un tetto dove stare!) sono creati deliberatamente da questa Giunta provinciale che ha ridotto i posti in accoglienza concentrandoli solo sul capoluogo». Inizia così, incalzante, il comunicato del consigliere provinciale Paolo Zanella che, lette le notizie di questa mattina, ha risposto alle affermazioni dell’assessore Tonina che si è proposto (e ha poi trovato) una sistemazione a una famiglia (con tre minori) richiedente asilo.

Una soluzione «a spot», ha attaccato Zanella, trovata «solo quando il Comune, i volontari e la stampa sollevano la questione». E chiede venga ripensata una soluzione strutturale al problema dell’accoglienza, per esempio, aumentando i posti letto per richiedenti asilo (che ora sono 730), mentre «un tempo si è arrivati a oltre il doppio, distribuendoli sul territorio».

«Le soluzioni che offre l’assessore all’ultimo minuto davanti a situazioni disperate – continua – sono soluzioni per modo di dire. Se questa volta, infatti, si cercherà (cosa che verificheremo) di tenere assieme i nuclei familiari con soluzioni alloggiative a Cles, la prassi inaugurata da questa Giunta è stata quella di separarli, con le madri e figli in struttura (a Trento Casa Maurizio) e i padri sotto i ponti con almeno un altro centinaio di persone in attesa di un posto in accoglienza».

«Non prevedere più soluzioni strutturali per l’accoglienza – continua Zanella -, non lavorare sulla loro inclusione, non governare la parte più emergenziale del più ampio problema strutturale della casa (che non si risolve con i contributi per l’acquisto della prima casa o per ristrutturare…) non fa altro che ingolfare la filiera dell’accoglienza, dell’emancipazione e dell’integrazione nel territorio, riducendo ancora di più i posti disponibili. Che questo sia un piano deliberato per la disgregazione sociale sul capoluogo per alimentare la propaganda securitaria e razzista di Fugatti ormai è chiaro da tempo».