La vicenda

giovedì 6 Febbraio, 2025

Carabinieri pizzicano un trentino con un’anfora romana proveniente da Aquileia a casa: restituita al Museo archeologico nazionale

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All'arrivo degli agenti l'uomo non ha saputo presentare documentazione che giustificasse il possesso del pregiato manufatto

Il 21 gennaio 2025, ad Aquileia , i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine hanno restituito al Museo Archeologico Nazionale un’anfora romana in terracotta, risalente al I secolo d.C. L’oggetto, sottratto illegalmente nel 1961, è stato individuato nell’abitazione di un privato cittadino a Trento.

Alta circa 65 cm  l’anfora è stata segnalata agli investigatori nel 2023. Ritrovata in ottime condizioni, presentava una curiosa piastrina metallica incisa, indicante la sua provenienza e la data di rinvenimento: «in Aquileia il 20-11-1961».

I Carabinieri di Udine ne hanno immediatamente disposto il sequestro, poiché il proprietario non era in possesso di alcuna certificazione che ne attestasse la legittima detenzione. Inoltre, non risultava alcuna denuncia del reperto alle autorità competenti, rendendo inspiegabile la sua presenza a oltre 250 km dal luogo di origine. Questo intervento ha evitato la dispersione o il danneggiamento del manufatto.

Una perizia, condotta al momento del sequestro con il supporto di un funzionario dell’Ufficio Beni Archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia Autonoma di Trento, ha confermato che il reperto è compatibile con materiali archeologici provenienti da Aquileia. Questa città, tra le più importanti dell’Impero Romano per commercio ed estensione, è stata riconosciuta nel 1998 come Patrimonio dell’Umanità UNESCO per il suo inestimabile valore storico e culturale.

Già nel 1961, il patrimonio culturale italiano era tutelato dalla Legge 1089/39 (successivamente sostituita dal D.Lgs. 42/2004, noto come Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Per questo motivo, l’anfora non avrebbe potuto essere detenuta da un privato né rimossa dal sottosuolo senza un’autorizzazione ufficiale della Soprintendenza.

Dopo le indagini, la Procura della Repubblica di Trento ha concluso il procedimento con la confisca del reperto, restituendolo al patrimonio culturale dello Stato. Seguendo i principi di valorizzazione e ricontestualizzazione sanciti dalla Costituzione, l’anfora è stata ufficialmente consegnata al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, recentemente rinnovato, ritornando così al suo luogo d’origine dopo oltre 63 anni.

Il recupero e la restituzione di questo reperto da parte dei Carabinieri TPC confermano l’impegno costante dell’Arma nella tutela dei beni archeologici, patrimonio dello Stato e della collettività. Un’azione fondamentale per la difesa dell’identità storica e culturale di un territorio, in quanto preziosa testimonianza del passato.