Il processo

venerdì 7 Febbraio, 2025

Tentato omicidio di Civezzano: a processo per l’accoltellamento alla cassa del supermercato

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«Tentato omicidio premeditato». I giudici: ora perizia psichiatrica sull’imputato. Il 47enne è ancora in cella Lo stalking, poi il coltello conficcato sul collo del barista al supermercato. L’uomo ha danni gravi ma è stato escluso dal processo

Si è aperto ieri in tribunale a Trento il processo a carico del 47enne di origini bresciane, in Trentino senza fissa dimora e da qualche tempo gravitante nel Perginese, arrestato il 20 maggio dell’anno scorso, dopo che aveva accoltellato e ridotto in gravissime condizioni il gestore di un bar ristorante di Madrano che aspettava in fila di pagare la spesa al supermercato a Civezzano. Per l’accusa un agguato pianificato, quello al valsuganotto di 53 anni che aveva già molestato nel suo locale, fino a qualche giorno prima. Quel pomeriggio l’imputato lo aveva colpito alle spalle, accoltellandolo alla base del collo e ferendolo con un secondo fendente a una spalla, mentre era in coda alle cassa dell’Orvea, allo Shopping center Cavalli di Civezzano, per fuggire subito dopo. Ma il 47enne non era riuscito a far perdere le proprie tracce: era stato infatti individuato e portato nel carcere di Spini di Gardolo dai carabinieri, mentre il barista, che si era estratto da solo la lama conficcata sul collo e che era stato soccorso sulle prime da cassiere e direttore del supermercato, era stato trasferito a sirene spiegate all’ospedale Santa Chiara di Trento, accolto in rianimazione.
Capacità da appurare
A distanza di oltre otto mesi da quel grave episodio ieri l’aggressore, ancora detenuto in carcere, è comparso davanti al collegio di giudici, scortato dalla polizia penitenziaria, assistito dall’avvocato Francesco Moser. I reati che gli vengono contestati dalla Procura e dai quali dovrà difendersi in aula sono quelli di tentato omicidio premeditato aggravato, anche dallo stalking (atti persecutori), oltre a lesioni e porto di oggetti atti ad offendere per quel coltello con la lama di oltre dieci centimetri che ha usato contro il barista ristoratore che aveva già molestato e infastidito a più riprese, tra minacce e disordini nel suo locale. C’è però un passaggio, per i giudici, che deve essere fatto prima di aprire il dibattimento: è infatti necessario appurare la capacità di intendere e volere dell’imputato al momento dei fatti contestati, la sua capacità di stare in giudizio, quindi di affrontare il processo, ma anche la sua eventuale pericolosità sociale. Il collegio ha infatti disposto che l’aggressore venga sottoposto a perizia psichiatrica. Nella prossima udienza verrà incaricato un professionista. Questo alla luce del fatto che lo stesso 47enne nel 2016, all’epoca dipendente di un locale, arrestato a Bolzano per un altro episodio (sempre reati contro la persona), era risultato totalmente incapace dallo psichiatra incaricato. Tanto che era stato accolto anche in Rems e solo poco più di due anni fa era venuta meno nei suoi confronti la misura di sicurezza della libertà vigilata. Di esito diverso la più recente consulenza psichiatrica disposta dalla Procura di Trento, per un altro episodio però, un’ulteriore aggressione, sempre del 2024 ma avvenuta prima di maggio, inquadrata pure questa come tentato omicidio: aveva concluso che il 47enne era invece capace di intendere e volere. Di qui la necessità del tribunale di disporre una nuova perizia prima di proseguire.
Vittima fuori dal processo
L’esercente ferito, che ne aveva avuto per oltre 40 giorni di prognosi e che ha riportato danni permanenti, attraverso il suo legale aveva chiesto di entrare nel processo per chiedere i danni ma la sua richiesta di costituzione di parte civile ieri è stata ritenuta inammissibile dai giudici per questioni procedurali.