il caso

venerdì 7 Febbraio, 2025

Fersina, in due davanti al giudice per tentato omicidio: la lite per un cappellino

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L'aggressione con un coltello nel giugno 2024. La Procura ha voluto a processo l'autore materiale e l'amico per «supporto morale»
La Residenza Fersina a Trento

La lite legata alla compravendita di un cappellino – del valore di appena dieci, quindici euro – la raffica di sassi, quindi la coltellata alla gola, una seconda alla spalla. Sangue e paura. Aveva fatto molto discutere la furiosa aggressione – «per futili motivi» ad usare le parole degli investigatori – avvenuta il 5 giugno 2024 alla residenza Fersina di via al Desert. Un brutto episodio per il quale dovranno comparire nei prossimi mesi davanti al giudice per l’udienza preliminare due cittadini marocchini, 32 e 23 anni, il primo domiciliato a Trento e il secondo senza fissa dimora, entrambi con precedenti (ad assisterli gli avvocati Katia Finotti e Giampaolo Cazzola). Il più giovane in particolare avrebbe scagliato il fendente che ha sfregiato il viso del connazionale di 29 anni, dalla base del mento fino alla guancia. E lo aveva colpito anche all’altezza della spalla. Il 32enne invece per l’accusa avrebbe fornito «supporto morale» all’altro con la lama in mano, incitandolo ad usarla. Lui che poco prima aveva tirato dei sassi all’indirizzo della vittima, per poi andarsi a nascondere all’interno del Fersina di cui era ospite, seguito dal complice. La vittima allora aveva rischiato seriamente di morire: ne sono convinti i medici. A salvarlo solo il tempestivo intervento degli operatori sanitari sul posto e l’operazione d’urgenza a cui era stato sottoposto una volta arrivato all’ospedale Santa Chiara. Ospedale da cui il 29enne se n’era andato il giorno dopo, contro il volere dei medici, per presentarsi di nuovo nella struttura di via Desert dove era ospitato, accompagnato da un gruppo di connazionali per farsi giustizia da solo, contro quello che diceva essere il suo vero aggressore, che non aveva però più trovato. Mentre infatti il 32enne era stato arrestato – ma fu scarcerato a distanza di poche ore proprio in quanto non aggressore materiale – il 23enne era fuggito in Veneto. Ma tempo due mesi, ad agosto, e il pregiudicato è stato rintracciato nel Veronese. Era stato catturato dopo un lungo appostamento, mentre stava passeggiando per le vie di Pressana. Ed era stato trasferito in carcere di Verona. Ora la Procura di Trento, chiuse le indagini preliminari, ha chiesto per entrambi il processo per tentato omicidio in concorso.
Il precedente pestaggio
Lo stesso cittadino marocchino di 32 anni è stato rinviato a giudizio dalla Procura per un altro grave episodio, un furioso pestaggio risalente al 19 agosto 2023, avvenuto di notte in un campo tra Gardolo e Roncafort, ai danni di due connazionali senza fissa dimora in Italia, due fratelli non ancora trentenni, presi a bastonate anche su volto e testa, e ridotti in serie condizioni, con fratture anche alle ossa nasali. Ad infierire sui due, per l’accusa, oltre appunto al 32enne anche un secondo marocchino, tre anni più grande, anche questi richiedente allora protezione internazionale. Per i poliziotti della questura che avevano trattato il caso allora un regolamento di conti. Scattato forse nell’ambito dello spaccio di droga, per rivalità o necessità di imporsi su quel mercato. Allora i due aggressori si erano dati alla fuga, incuranti dello stato delle vittime, con ematomi, tagli, contusioni e facce come maschere di sangue. Il più giovane allora, trovato dagli agenti seminudo e nascosto sotto dei cartoni in via Bepi Todesco, era turbato e preoccupato che avessero ucciso il fratello, rinvenuto poco distante da lui. Entrambi, una volta guariti – e per ciascuno ci è voluto almeno un mese – sono stati espulsi.
Mentre i due autori del pestaggio hanno trascorso sei mesi in carcere a Spini di Gardolo.
Ai tempi la Procura aveva iscritto i due sul registrato degli indagati ipotizzando il tentato omicidio in concorso. Una contestazione, questa, che il pm ha derubricato, ridimensionato poi, a lesioni aggravate in concorso, quando ha formalizzato la richiesta di mandare a processo i due. L’udienza nelle prossime settimane.