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sabato 15 Febbraio, 2025
di Elisa Egidio
Il dragone ha valicato le Dolomiti ed è arrivato in città. In occasione della fine del Capodanno lunare, meglio noto come «capodanno cinese», che quest’anno si è concluso il 12 febbraio, una Fondazione Caritro di Trento affollatissima ha celebrato la la tradizionale festa delle lanterne. L’evento alla fondazione di via Calepina è stato organizzato dalla Fondazione Martino Martini. Un rito che affonda le radici nella dinastia Han e nella diffusione del buddhismo in Cina. «Si narra che l’imperatore, sotto l’influenza del buddhismo, ordinò di accendere le lanterne nei templi e nel palazzo imperiale per onorare il Buddha», ha raccontato Xuemei Shumai, presidente dell’associazione cinese trentina. «Questa usanza si è diffusa tra la popolazione, trasformandosi in una festa ricca di tradizioni e significati», ha aggiunto. Un giorno in cui le famiglie si riuniscono e si scambiano gli auguri per l’inizio del nuovo anno gustando prelibatezze come i tradizionali panini di riso. «Sono molto contenta di avere l’opportunità di poter festeggiare la lanterna qui a Trento. Il fatto che ci siano così tanti trentini oggi vuol dire che noi viviamo bene qua e che loro ci hanno accettati e accolti», ha detto Sofia, una ragazza cinese residente da molti anni a Trento. Dopo l’esibizione di un musicista del conservatorio Buonporti e della soprano Zeyi Wu, il pomeriggio è proseguito tra grandi emozioni e divertimento con la storia di Linag Shanbo e Zhu Yungtai, i Romeo e Giulietta cinesi, protagonisti di un amore a lieto fine. Ad un tavolo alcuni bambini e adulti si sono cimentati nella scrittura cinese, coordinati dall’insegnante Yaoqiang Liang, fino al momento attesissimo del dispiegamento del dragone che ha inondato tutta la sala. Per concludere, un brindisi a base di vino cinese e tè.