L'intervista

domenica 23 Febbraio, 2025

Poliziotta trans aggredita a Trento: «Tanta solidarietà, mi sento meno sola»

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La vittima: «Ho ricevuto la telefonata del sindaco Ianeselli, che si è detto sdegnato per l'episodio»

«Oggi sono ancora più stanca, il dolore non passa, i ventidue punti di sutura sulla fronte e sulla nuca tirano con il più minimo movimento, eppure per assurdo sono felice: da quando la notizia del mio pestaggio è finita sulla stampa sto ricevendo tantissimi messaggi di vicinanza e solidarietà da parte di amici, conoscenti, colleghi, anche residenti in altre regioni d’Italia. Mi è arrivata anche la telefonata del sindaco Franco Ianaselli che si è detto sdegnato per l’episodio, per la violenza con cui si sono accaniti contro di me. Una telefonata che mi ha fatto molto piacere. È un’ondata di vicinanza e affetto, quella che mi sta travolgendo e che sento tutta attorno a me, e mi fa stare bene, mi fa sentire meno sola. La sensazione è anche quella di essere più tutelata. Se oggi o nei giorni prossimi mi dovesse succedere qualcosa, se mai volessero farmi ancora del male, ci dovrebbero pensare bene prima di agire, ne sono convinta». La poliziotta transgender che ha denunciato in questura di essere stata pestata a sangue e offesa con insulti transfobici «da tre ultras del Trento della Nuova Guardia che odiano la polizia e le diversità», raggiunta da una raffica di calci e pugni, anche quando era stata atterrata sul pavimento del bar della zona stadio una settimana fa, ieri era subissata di telefonate, messaggi WhatsApp e Messenger. «Una flotta di messaggi – spiega la 52enne – che mi hanno fatto felice, davvero. Ero convinta a denunciare, non solo per la divisa che indosso, ma ammetto che per me è stata una sorta di prova di coraggio: confesso infatti di avere paura di eventuali ripercussioni di qualche tipo. Questa gente sembra non temere conseguenze, non avere nulla da perdere. E se ne ho parlato anche pubblicamente è perché le persone, la comunità, ne vengano a conoscenza: devono sapere, non si possono tenere chiusi gli occhi di fronte a simili episodi».

 

Sui leoni da tastiera
E se tante in queste ore sono state le attestazioni di vicinanza verso l’agente trentina che ne avrà per un mese (tanta la prognosi riportata nel referto del pronto soccorso), c’è anche chi non ha avuto affatto toni rispettosi, piuttosto divergenti, scontrosi e anche offensivi nei suoi confronti. «I social? Per ora non li ho voluti guardare. Mi hanno già informato che c’è stato anche chi mi ha dato della carnefice invece che della vittima ma al momento non voglio vederlo con i miei occhi, certo mi riservo di denunciare questa persona come tutti gli altri leoni da tastiera che mi hanno offeso in Rete».

 

Il legale sull’aggressione
A parlare, ieri, è stato anche il suo legale, l’avvocato Stefano Daldoss. «È ancora sconvolta – fa sapere sulla sua assistita – È stata un’aggressione talmente brutale che oltre alle ferite fisiche le ha lasciato quelle psicologiche, le più profonde. Ha ancora buchi di memoria, ha preso tante botte ed è distrutta». Quanto agli accertamenti in corso da parte degli agenti della Digos della questura, l’avvocato dichiara: «Sono stati già acquisiti i filmati che potranno aiutare l’indagine e siamo in attesa dei risultati. Credo che l’aggressione sia da considerarsi a sfondo transfobico. Riponiamo massima fiducia nel lavoro degli inquirenti».