L'intervista
domenica 2 Marzo, 2025
Mauro Paissan, Confesercenti: «Trento non è il Bronx: poche persone creano molti problemi»
di Davide Orsato
Sicurezza: «Ci devono pensare le forze dell’ordine, la magistratura. Non diciamo che senza queste persone problematiche filerebbe tutto liscio, ma la situazione per gli esercenti migliorerebbe»
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«Ci sono una ventina di persone che pensano di poter tenere in pugno una città. Trento non è un posto pericoloso, ma a chi delinque bisogna dare un segnale chiaro: non si rimane impuniti».
I negozianti, ristoratori e baristi, piccoli imprenditori con un esercizio pubblico rappresentano «la prima linea» della cronaca di questi giorni. Furti e minacce (in un caso con un coltello puntato) e ieri la rissa in piazza Santa Maria Maggiore in cui un banco del mercato, quello del miele biologico dell’apicoltura Bolognani, è stato devastato. Mauro Paissan, presidente di Confesercenti torna a chiedere, come già fatto in passato «rigore e azioni concrete».
Presidente Paissan, non è la prima volta che sollevate il problema sicurezza.
«È un tema che porto avanti da almeno due anni».
Ma qualcosa è cambiato.
«Sicuramente la percezione. Prima tutti negavano il problema, mi si rispondeva che era tutto a posto. Ora è quasi il contrario, si descrive Trento come una città poco sicura».
E qual è la realtà?
«C’è un dato oggettivo. Non c’è un esercito di delinquenti a Trento. Ma ci sono poche persone problematiche, potrebbero essere una ventina, per dare un’idea della dimensione, che delinquono e pensano di poterlo fare senza conseguenze. Le conosciamo bene, potremmo fare l’identikit».
Se così fosse si tratterebbe di un problema risolvibile.
«Lo è. Ci devono pensare le forze dell’ordine, la magistratura, secondo quanto previsto dalla legge, naturalmente. Non diciamo che senza queste persone problematiche filerebbe tutto liscio, ma sicuramente la situazione, almeno per quello che stanno vivendo gli esercenti migliorerebbe».
Il ritornello che si è sentito spesso è che ci vogliono più agenti in strada, più controlli.
«Un maggior numero di forze operative sul campo può certamente aiutare. Purché siano un deterrente e possano intervenire tempestivamente quando necessario».
E le telecamere?
«È una questione che ci riguarda direttamente, perché sono stati tantissimi gli esercenti a posizionarle sulle loro proprietà. Riconosciuto che sono utili, si metta le imprese nelle condizioni di accedere a questi strumenti in modo sicuro, burocraticamente celere ed economicamente conveniente. Perché non si può sempre scaricare il peso delle soluzioni su cittadini e imprese».
Il malintenzionato di turno però non si mette a guardare se c’è una telecamera prima di fare un furto o di creare qualche problema.
«Infatti, non sono un deterrente. Semmai aiutano in un secondo momento, quello delle indagini, Per questo chiediamo di serrare i ranghi e fare tutti la propria parte».
A livello di risposte concrete, negli ultimi tempi è cambiato qualcosa?
«C’è sicuramente un segnale più forte rispetto al passato. Le espulsioni, ad esempio, avvengono con velocità e maggior frequenza rispetto al passato (due dei tre ragazzi protagonisti dell’episodio in centro sono già stati portati al centro per il rimpatrio, ndr), Questo lo dobbiamo prima di tutto all’impegno del commissario di governo Giuseppe Petronzi, che ha una grande esperienza in territorio più complessi e problematici del nostro».
Un’ultima cosa: molte delle persone che si sono rese protagoniste di questi episodi sono giovani e qualche volta richiedenti asilo. Non è un fallimento del sistema che persone del genere non si formino, non diventino parte del tessuto produttivo della società in un momento in cui c’è un disperato bisogno di lavoratori?
«È sicuramente qualcosa che deve far riflettere. Ho già avuto modo di esprimermi sui vantaggi che potrebbe portare, ad esempio, un provvedimento come lo ius scholae. Sappiamo che è impossibile integrare tutti, ma bisogna fare uno sforzo. Quanto ai nuovi lavoratori, in Trentino non c’è un settore che non ne abbia bisogno. A cominciare dal terziario, commercio e turismo in testa».