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lunedì 3 Marzo, 2025

Oscar, trionfa «Anora» con 5 statuette. Zoe Saldana miglior attrice non protagonista. L’Italia resta senza premi

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Nessun premio per Isabella Rossellini, suor Agnes in 'Conclave', unica italiana in gara

Le luci di Hollywood premiano il cinema indipendente nella notte degli Oscar che omaggia i pompieri di Los Angeles, protagonisti degli incendi che hanno colpito nelle scorse settimane la California, e l’attore Gene Hackman, morto a 95 anni in circostanze ancora da chiarire. ‘Anora’ la fa da padrone nella serata raccogliendo cinque statuette su sei nomination, compresa quella di miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista, con la giovane Mikey Madison che a sorpresa la spunta sulla favorita Demi Moore. Il film di Sean Baker, che ha ottenuto anche il riconoscimento per miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale, racconta la storia di una giovane spogliarellista di Brooklyn che incontra e sposa il figlio di un oligarca russo. Ma la famiglia di lui si opporrà al matrimonio e cercherà in tutti i modi di annullarlo.

Palma d’Oro al Festival di Cannes, ‘Anora’ trionfa in lungo e in largo lasciando a mani vuote ‘A Complete Unknown’, pellicola che ripercorre la vita di Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet, che esce a mani vuote dagli Academy Awards nonostante le otto nomination della vigilia. Serata amara anche per ‘Emilia Pèrez’, forte di tredici nomination (compresa quella di miglior film internazionale, riconoscimento andato al brasiliano ‘Io sono ancora qui’) ma arrivato a Los Angeles ‘sgonfiato’ dal caso Karla Sofia Gascon, l’attrice transgender protagonista del musical, presente in sala ma di fatto estromessa dalla campagna promozionale del film per alcuni suoi vecchi tweet razzisti e discriminatori riemersi nelle scorse settimane.

Nonostante le quotazioni del film in picchiata, la stella di Zoe Saldana è riuscita a brillare ugualmente ottenendo la statuetta come miglior attrice non protagonista (con l’Italia che faceva il tifo per Isabella Rossellini, suor Agnes in ‘Conclave’), mentre tra gli uomini si è imposto Kieran Culkin (A Real Pain). “Sono un’orgogliosa figlia di genitori immigrati che sono arrivati qui con sogni e dignità, sono la prima americana di origine domenicana a ricevere questo premio e di certo non sarò l’ultima – ha dichiarato sul palco Saldana, che ha ringraziato anche il marito, il regista italiano Marco Perego – Ricevo un premio per un ruolo in cui parlo, canto e recito in spagnolo, mia nonna sarebbe orgogliosa. Voglio davvero ringraziare tutti”.

Particolarmente commosso e sentito anche il discorso di Adrien Brody, che a oltre 20 anni dal trionfo ne ‘Il pianista’ ottiene un’altra statuetta come miglior attore protagonista in ‘The Brutalist’, premiato dall’Academy anche per la fotografia e la colonna sonora. “Mi ritrovo qui a rappresentare i drammi e le ripercussioni della guerra e della repressione sistematica, del razzismo e dell’antisemitismo – l’appello dell’attore, che nel film interpreta l’ebreo ungherese László Tóth, architetto che emigra negli Stati Uniti per sfuggire all’Olocausto – Io prego per un mondo più felice e più inclusivo, possiamo sempre imparare dalle lezioni del passato”. In una serata di gala senza grossi riferimenti geopolitici e d’attualità (a parte una battuta del conduttore Conan O’Brien senza citare apertamente Donald Trump e un ‘Slava Ukraine’ pronunciato dall’attrice e attivista Daryl Hannah prima di consegnare una delle statuette) ci hanno pensato gli autori di un collettivo israelo-palestinese, produttori di ‘No Other Land’, premiato come miglior documentario, a tenere accesi i riflettori sulla situazione di Gaza. “Abbiamo fatto questo film perché insieme possiamo avere una voce più forte, noi ci vediamo gli uni con gli altri. La distruzione di Gaza deve finire, gli ostaggi israeliani devono essere liberati. La politica estera degli Usa sta aiutando a ostacolare questa strada, perché? Siamo tutti interconnessi, non è troppo tardi per garantire questo. Non ci sono altre soluzioni”, è l’appello lanciato dall’israeliano Yuval Abraham, a cui fanno eco le parole dell’attivista palestinese Basel Adra. “Spero che mia figlia non debba vivere la vita che sto vivendo io: sempre nel timore della violenza – ha dichiarato – Questo film riflette la dura realtà che supportiamo da decenni”. Edizione storica anche per la Lettonia, che festeggia il suo primo Oscar con ‘Flow’, miglior film d’animazione capace di battere il ‘colosso’ Inside Out 2, e per Paul Tazewell, primo uomo di colore a imporsi nella categoria ‘migliori costumi’ per il suo lavoro in ‘Wicked