strutture sanitarie
lunedì 3 Marzo, 2025
Hospice pediatrico, oggi la posa della prima pietra per la nuova struttura accanto a Protonterapia
di Redazione
Al via i lavori nell’area del nuovo ospedale: dureranno 18 mesi

Con la posa della prima pietra avvenuta questa mattina sono partiti ufficialmente i lavori del nuovo hospice pediatrico di Trento. Una struttura che sorgerà accanto al Centro di Protonterapia e nell’area del nuovo Polo ospedaliero universitario di Trento, grazie ad un investimento del valore complessivo di 7,68 milioni di euro, finanziato per 2,68 milioni dalla Provincia autonoma di Trento e per 5 milioni dallo Stato.
L’importanza del momento è stata evidenziata anche dalla rappresentanza di istituzioni e operatori sanitari presente nel cantiere di via Al Desert. “Un’ampia partecipazione – le parole del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti – che conferma la rilevanza del progetto, nato da una precisa scelta fatta nella scorsa legislatura per indirizzare il finanziamento statale nell’ambito del PNRR proprio ad un hospice pediatrico. Una struttura in grado di fornire un supporto adeguato e altamente professionale ai pazienti pediatrici e delle loro famiglie, non solo del nostro territorio ma anche delle altre regioni. Anche con questo investimento, previsto nell’area che si sta attrezzando per il nuovo ospedale, prosegue passo dopo passo il percorso di costruzione della sanità trentina del futuro”. Così il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, intervenuto assieme all’assessore alla salute Mario Tonina, al direttore generale di Apss Antonio Ferro, alla direttrice del dipartimento infrastrutture di Apss Debora Furlani, alla consigliera provinciale e già assessore alla salute Stefania Segnana, nel cui mandato (settembre 2022) è stato dato avvio al progetto.
L'intervista
Pedrotti, il primario che sfidò il Covid in Trentino: «La paura più grande? Scegliere chi curare. Vidi tanti ragazzi in rianimazione»
di Davide Orsato
A cinque anni dal primo caso «autoctono», parla il direttore della terapia intensiva di Rovereto: «Il vaccino è stata l'arma vincente, ma ancora oggi la gente ne ha paura»
I dati
Discriminazioni nella sanità, la ricerca di Omaima Bara: «Solo metà delle donne straniere fa mammografie»
di Sara Alouani
La laureata trentina, originaria del Burkina Faso, ha analizzato i dati che riguardano la prevenzione del tumore al seno: «Più le pazienti hanno la pelle scura meno indicazioni ricevono dal medico di base. È questione di empatia»