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martedì 4 Marzo, 2025

Dal salario minimo per vivere a Trento allo sviluppo del Monte Bondone: ecco i progetti nati dall’intesa tra Università e Comune

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Presentato oggi il bilancio del protocollo nato nel 2016. Soddisfazione del sindaco Franco Ianeselli e del rettore Flavio Deflorian per «uno strumento che aiuta a creare politiche migliori»

«Trento è la sua Università. Noi trentini abbiamo trovato il nostro posto nel mondo grazie all’Ateneo». Con le parole del sindaco di Trento Franco Ianeselli si rafforza ulteriormente l’intesa che da anni caratterizza le iniziative congiunte promosse da Comune e Università di Trento nell’ambito del protocollo UniCittà. In una conferenza stampa che si è tenuta oggi in Rettorato è stato tracciato un bilancio delle numerose iniziative condotte a partire dal 2016, anno di istituzione del protocollo, e di quelle in cantiere per l’ultimo anno di collaborazione, sempre a beneficio della comunità cittadina e studentesca.
Il Protocollo UniCittà, infatti, valorizza e coordina diverse iniziative su ambiti di intervento di interesse comune, che si sviluppano lungo le tematiche ‘benessere e comunità’, ‘studenti e partecipazione’, ‘sicurezza’, ‘sostenibilità ambientale, sviluppo economico e mobilità urbana’. Ogni anno, il Comitato di coordinamento del protocollo definisce un piano di attività che valorizza il contributo di docenti e ricercatori alla crescita del territorio, offrendo anche occasioni di confronto e approfondimento aperti alla cittadinanza e alla comunità studentesca.
«Il successo della Città dipende dalla sua Università e dall’apporto degli studenti» ha ribadito il sindaco Ianeselli. «Basti pensare al servizio a chiamata OnOff, esteso anche a una linea urbana, o all’ascensore per Mesiano e a Poplar, che è un festival internazionale di respiro europeo. Tutte queste iniziative, nate dalle proposte degli studenti, confermano la valenza del Protocollo come strumento per creare politiche migliori. Anche quest’anno, grazie alla collaborazione tra le due istituzioni, abbiamo centrato grandi questioni che vanno dal tema del costruire a quello del salario minimo, dal commercio del centro storico al contesto del Monte Bondone. L’Amministrazione non delega all’Università la responsabilità delle scelte strategiche, ma chiede un’analisi scientifica che permetta alla politica di compiere le migliori scelte possibili».
Come ha ricordato il rettore Flavio Deflorian, l’iniziativa UniCittà si inserisce in un percorso più ampio, avviato a livello nazionale con l’accordo siglato nel 2015 tra l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (Anci) e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui). «La collaborazione fra l’Università e la città di Trento ha radici che risalgono a prima della nascita di UniCittà nel 2016», ha sottolineato Deflorian. «Questo protocollo, però, dà più solidità e sistematicità alle iniziative comuni che da sempre si sono portate avanti. E questo grazie a un comitato che le vaglia, le supporta, le sceglie, ne definisce anche un budget. Ascoltare le esigenze della città, della comunità che la ospita, è parte del compito dell’università. E l’ateneo può partecipare a questo dialogo portando competenze, trasferendo conoscenze, dando supporto nello sviluppo. Ma anche ricevendo stimoli, attraverso le istituzioni del territorio, per porsi interrogativi e fare ricerca sui grandi temi di cui si parla oggi, dalla sostenibilità e dal cambiamento climatico fino alla crescita economica del territorio».
Il coordinatore, Marco Tubino ha spiegato il funzionamento del Comitato di coordinamento UniCittà, organismo composto da tre delegati del Comune di Trento, da tre delegati dell’Ateneo a cui si aggiungono, con funzione consultiva, un delegato dell’Opera Universitaria e un rappresentante degli studenti universitari. Tubino ha poi ripercorso alcuni dei principali progetti condotti nell’ambito del protocollo. In primo luogo, il Bilancio di genere del Comune di Trento, strumento per analizzare le decisioni pubbliche e l’impegno economico-finanziario di un’amministrazione, dal punto di vista dell’impatto sulle disuguaglianze tra donne e uomini in molti ambiti: dall’organizzazione interna alla demografia, dalla salute all’istruzione, dalla violenza di genere allo spazio urbano.
Un modello originale è stato poi sviluppato per misurare gli effetti del volontariato sulla società e sul benessere collettivo, accompagnando le varie iniziative di ‘Trento Capitale europea del Volontariato’. La ricerca ha riguardato l’impatto sociale ed economico del volontariato trentino, superando i semplici indicatori economici per considerare il volontariato nella sua accezione più ampia.
Un processo partecipato ha visto poi la genesi e lo sviluppo di ‘Nutrire Trento’, progetto realizzato in collaborazione con produttori, categorie economiche, ricercatori, professionisti, scuole, gruppi e associazioni di cittadini, che si è posto l’obiettivo di promuovere un consumo più consapevole, sensibilizzare a una produzione più sostenibile, accorciare le distanze tra produttore e consumatore, tra città e campagna.
Infine il progetto di Revisione del Piano di Politica turistica con la costituzione di un tavolo di lavoro per la definizione delle linee di sviluppo strategico della città in ambito turistico. Il piano ha individuato i quattro aggettivi che riassumono i valori alla base dello sviluppo turistico di una Trento ‘sorprendente, plurale, organizzata e contemporanea’. Non dunque la definizione di una politica settoriale, ma un sistema che coinvolge molteplici settori, dall’agricoltura all’artigianato alla cura del territorio.


I progetti per l’ultimo anno di collaborazione 2024/25
sono stati illustrati dal direttore generale del Comune di Trento, Enrico Menapace. Il primo riguarda la realizzazione di uno studio di fattibilità per un futuro progetto di ricerca e analisi sul salario minimo essenziale per vivere e lavorare a Trento in modo dignitoso. L’obiettivo di questo studio di fattibilità è quello di analizzare i dati esistenti, identificare le peculiarità socio-economiche del territorio e determinare le fonti informative più adeguate per un’indagine approfondita, da valutare di realizzare in futuro in modo più approfondito.
Un altro progetto strategico in cantiere riguarda la valorizzazione, in chiave sostenibile, della montagna di Trento, tra previsioni di impatto del cambiamento climatico e valorizzazione paesaggistica ed economica. Ha come obiettivo la promozione di uno sviluppo del Monte Bondone che integri dimensioni ambientali e turistico-economiche. Il focus del progetto si concentrerà sull’ipotesi di costruzione di un bacino idrico di riserva. E, in questo senso, si propone di superare le divisioni tra sostenitori e oppositori della costruzione del bacino, grazie a una maggiore diffusione e comprensione dei dati, facilitando un dibattito informato e basato su evidenze scientifiche.
Negli ultimi anni, il commercio di quartiere a Trento ha subito una crisi crescente, caratterizzata da un aumento degli spazi commerciali sfitti a livello stradale. Su questo tema si inserisce il progetto ‘Commercio di prossimità. Ruolo, evoluzione e prospettive’. Concentrandosi sulle aree commerciali di Via San Pietro, Via San Martino, Via Suffragio e Via Cavour, il progetto utilizzerà un approccio misto di analisi quantitativa e qualitativa per comprendere le cause di questa crisi e fornire raccomandazioni ai decisori locali.
Infine il via libera alla seconda fase del progetto per la stesura di un regolamento per la sostenibilità e la qualità ambientale in edilizia. L’aggiornamento mira ad adeguarlo alle nuove normative, risolvere criticità emerse nell’applicazione e integrarlo con la pianificazione del Paesc per migliorare la sostenibilità e la qualità ambientale degli interventi edilizi. Otto le sfide da affrontare: preservare gli ecosistemi, migliorare il microclima locale, ridurre il consumo di suolo, mitigare il rischio idrogeologico, affrontare la scarsità idrica, contenere le emissioni clima-alteranti, ridurre il consumo di materie prime e migliorare il benessere urbano.