il ricordo

mercoledì 5 Marzo, 2025

Schianto in Kenya, l’amica Violetta: «Karen doveva andare in Vietnam. Forse oggi sarebbe ancora viva»

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Un viaggio mancato quello nel Sud est asiatico che avrebbe potuto cambiare il suo destino. Il ricordo dell'amica: «La figlia lunedì voleva dirle che aveva preso la patente»

«Karen doveva partire con noi per un viaggio in Vietnam, ma poi per una questione logistica non è venuta. Ricordo ancora le sue parole: “Che bello, se me lo dicevate prima prenotavo anche io il biglietto”. Purtroppo, non c’era più posto. Chissà, magari non avrebbe scelto l’avventura in Kenya e sarebbe andata diversamente». Violetta, di ritorno ad Albiano dal viaggio in Vietnam, è una carissima amica di Karen Demozzi. L’imprenditrice vittima dell’incidente nella località turistica di Diani Beach a Mombasa, amava viaggiare, scoprire ed esplorare nuovi mondi.
Quel viaggio mancato
Violetta e Gino, il marito, sono amici di famiglia della 51enne. Amici di vecchia data. «Mio marito è volontario della Stella Bianca, con Karen ha condiviso tanti momenti e con loro anche io. Eravamo inseparabili — riflette Violetta— Un mese fa io e Gino siamo partiti per il Vietnam, uno di quei viaggi organizzati. Voleva venire con noi… Non possiamo credere a come sia andata a finire. Karen avrebbe amato quei paesaggi. Lei era una donna intraprendente e avventurosa». L’amica è attonita per la dolorosa perdita. Preferirebbe quasi non parlare ma la reticenza cede di fronte all’esigenza di raccontare la stima nei confronti di una persona con la quale ha condiviso per anni una quotidianità. «Karen sapeva trasmettere valori anche dal punto di vista umano. Nella vita capita di conoscere persone che lasciano un segno. Lei è una di quelle». Di lei non rimane solo il sorriso. Rimane la sua sensibilità verso gli altri. «Sapeva farsi voler bene. Era una donna alla mano. Con mio marito aveva sempre la battuta pronta, si bisticciavano e ridevano sempre».
«Voleva dirlo alla mamma»
Violetta pensa al dolore dei figli di Karen, Giorgia e Gabriele Odorizzi. Pensa al maledetto lunedì e al sorriso di Giorgia nelle ultime ore prima di essere raggiunta dalla tragica notizia che la mamma non c’era più. «Stavo camminando per il paese, quando ho visto Giorgia parcheggiare l’auto, scendere e sventolare la patenta appena presa — è commossa Violetta— Era così felice di aver passato l’esame di guida, voleva dirlo alla sua mamma». Una gioia che la liceale non potrà condividere: ancora una volta il destino ha deciso per noi.
Al lavoro: «Una super donna»
La sede della Tecnodue Spa di via Unterveger ieri era chiusa per lutto eppure c’era chi era presente. Testa bassa e occhi lucidi. Coperti dagli occhiali da sole. Come Stefano, storico dipendente, che non riesce a darsi pace: «Siamo tutti spaccati. Sì, spaccati da questa tragedia. Ancora non mi capacito, è come se vivessi un incubo. Avevamo salutato Karen martedì della scorsa settimana, aveva lavorato fino a sera come sempre. Mercoledì è partita con l’amica per il viaggio proposto da un nostro fornitore, assieme ad altri addetti del settore» spiega il lavoratore. «Chi era Karen? Una super donna, una grande lavoratrice, una capa operaia instancabile, con un grande attaccamento all’azienda. Infatti fino all’ultimo ci diceva “ma devo proprio andare in vacanza?”, sapendo che doveva rimanere assente dal lavoro e questo le costava». Durante il viaggio aveva poi scritto in azienda, mandando foto di quelle spiagge paradisiache. «Assurdo come sia successo: delle 16 jeep del tour operator il camion ha colpito proprio quella in cui viaggiavano Karen e Renata. Evidentemente il suo destino era già scritto» alza le braccia Stefano. Un destino spietato. «Ciao Karen» con il simbolo del cuore il messaggio postato sul profilo Facebook della Tecnodue Spa con foto ricordo. Numerosi i messaggi di cordoglio e postati da amici e clienti.