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mercoledì 5 Marzo, 2025

Sanità, in Trentino sempre meno medici di famiglia: nel 2024 ne mancavano 57

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L'analisi di Gimbe: in calo anche gli iscritti al al corso provinciale che forma i «dottori di famiglia» (-40%). L’invito della Provincia: «Fare il tempo pieno»

L’anno scorso ne mancavano 44, quest’anno 57. C’è qualcuno che non condivide l’ottimismo (pur se cauto) circolato in Trentino negli ultimi mesi per quanto riguarda i medici di medicina generale. Certo, ne mancano da tempo e la situazione demografica, si sa, impatta in modo negativo. Ma alcuni indicatori, uno su tutti, l’immissione di 25 neodiplomati al corso provinciale che forma i «dottori di famiglia» aveva fatto ben sperare.
Poi arriva, implacabile, l’analisi del Gimbe, il gruppo per la medicina basata sull’evidenza. Emessa, come di consueto, a inizio marzo, ha sicuramente un punto di forza: applica a tutti i sistemi regionali italiani gli stessi criteri, permettendo un confronto. Il Trentino non ne esce male, ma c’è più di un campanello d’allarme. Il primo arriva proprio dalla stima dei medici mancanti è di 57, rispetto ai 44 del report del 2023 e supera quello delle zone carenti indette dall’Apss lo scorso anno: 42 (alcune delle quali ora coperte). Ma ci sono altri tre dati che fanno riflettere. Il primo riguarda la percentuale di Medici di medicina genrale con oltre 1.500 assistiti: in Trentino sono il 56,1%, un dato più alto della media nazionale del 51,7%. Va detto, però, che nella provincia di Bolzano questo dato sale fino al 65,1%.
Iscritti in calo
Il secondo dato riguarda le iscrizioni al corso. Nel 2024 sono state sedici, meno dell’anno precedente: un calo del 40%, tra i più alti a livello italiano (anche qui, però, Bolzano fa peggio, gli iscritti sono stati 17 in meno, per un -57%). È un numero il cui effetto si vedrà fra qualche anno: quando i nuovi medici arriveranno negli ambulatori della provincia. E nel frattempo molti loro colleghi più anziani saranno andati in pensione.
L’ultimo dato riguarda il calo netto dei medici nell’ultimo quadriennio (preso in considerazione il periodo tra il 2019 e il 2023). Trento ne ha perso il 3,3%. Ma, in questo caso, il confronto con le altre regioni e province autonome ne esce vincente. Solo la Provincia di Bolzano ha visto un aumento (+1) e solo le Marche hanno «perso» meno medici (-1,7%).
Il Gimbe stima che se tutti i medici di base andassero in pensione a 70 anni e se tutti gli attuali frequentanti dei corsi iniziassero a praticare senza defezioni il gap si potrebbe ridurre da due anni. Ma è il presidente dell’associazione, Nino Cartabellotta, il primo ad avere dubbi al riguardo. «Nel tempo — sostiene — la professione è diventata sempre meno attrattiva per i giovani, che non solo abbandonano in itinere il corso di formazione, ma sempre più spesso non partecipano nemmeno al bando».
La lettera della Provincia
In Trentino, il tema è strettamente connesso con l’avvio delle nuove case di comunità che ospiteranno anche aggregazioni di medici. Ma, ancora una volta, c’è cautela.
«In provincia ci sono 355 studi di medicina generale, uno ogni 17 chilometri quadrati — ricorda Valerio Digiannantonio, medico e segretario del sindacato Fimmg — le Case e gli Ospedali di Comunità attivi in Provincia saranno 14, una ogni 450 chilometri quadrati. Se non si investe ora sulla medicina di prossimità oltre che sulle strutture ci saranno tanti cittadini come quelli di Pietramurata a protestare e molti Sindaci di piccoli Comuni rimarranno con il cerino in mano».
In questi giorni, intanto, i medici di medicina generale hanno ricevuto una lettera che chiede la loro adesione al tempo pieno di attività, pari a 38 ore. Le trattative, anche sindacali, sono in corso. «È una variabile — nota Nicola Paoli, medico e segretario Smi, sigla che in Trentino rappresenta molti medici di base — che potrebbe cambiare molto i rapporti in atto. Ma già a partire dalla delibera dell’agosto del 2023 ha poco senso valutare la presenza di medici di medicina generale in rapporto alla popolazione totale. Contano le Aft, le aggregazioni funzionali territoriali, e sotto questo aspetto in Trentino siamo già molto avanti». Ma su quanti medici potrebbero aderire al «tempo pieno» nessuno si sbilancia.