il lutto
sabato 8 Marzo, 2025
Travolto dal trattore, il dolore della moglie di Diego Pezzi: «Prima la figlia, poi il marito. Sono rimasta sola»
di Sara Alouani e Davide Orsato
Gianna Stringari: «L’abbiamo cercato a lungo, poi abbiamo capito»

«Non so come farò adesso. Prima la figlia, poi il marito. Sono rimasta sola». C’è dolore nelle parole di Gianna Stringari, moglie di Diego Pezzi, l’agricoltore di Dercolo morto in un tragico incidente sui campi di sua proprietà. C’era anche lei quando hanno trovato il corpo esanime del marito, nella tarda serata di giovedì. «Sapevo che poteva far tardi. Ma quando, verso le 21, non era ancora tornato a casa, sapendo anche che doveva andare a una riunione del magazzino mi sono preoccupata… inoltre non rispondeva più al telefono».
Familiari e amici non sapevano bene dove stava lavorando Diego Pezzi ma si sono subito diretti sui campi sotto la chiesa di Santo Stefano. Hanno visto il trattatore ma in un primo momento non si sono accorti di niente, Poi, non vedendolo altrove, si sono avvicinati al mezzo e hanno cercato con la torcia. «Ho visto le gambe spuntare da sotto la martellante — prosegue la moglie — e allora ho capito. Diego era un gran lavoratore e amava molto la sua famiglia: è stato un padre sempre presente. Un compagno di vita allegro e intelligente, che sapeva fare tutto. Ora non so come farò, sono sola: lo seppellirò vicino a nostra figlia». In quello stesso cimitero che sovrasta i campi in cui è stato trovato senza vita. Ad accompagnare la donna c’era Luigi Pezzi, cugino alla lontana di Diego e suo amico. «Ci abbiamo messo molto tempo per trovarlo — racconta — perché con buio nei campi, in una notte senza luna si vede davvero poco. Diego era una persona che viveva per il suo lavoro, si alzava la mattina presto e tornava la sera tardi. Faceva tutto da soli, lavori agricoli, piccole riparazioni. Ogni tanto mi chiamava per dargli una mano con le riparazioni elettriche. L’unico a dargli una mano, oltre agli operai stagionali, era il figlio. Spesso si recava nei campi anche la domenica, tant’è che gli dicevamo, scherzando: “Guarda che prima o poi il prete ti scomunica”. Nei momenti di riposo si trovava il tempo di una briscola. Era nato e cresciuto qui a Dercolo, e la campagna per lui era una vocazione. È stata davvero una disgrazia, che ha coinvolto una famiglia che già ha avuto molta sfortuna nella vita»