La storia

domenica 9 Marzo, 2025

A Terragnolo l’arte entra all’Osteria 33: per undici mesi i quadri di undici artiste trentine

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Dopo due anni di chiusura il locale di cucina tradizionale riapre con la rassegna di quadri «Ristoarte»

«Ristorarte», rassegna di quadri tutti al femminile, nasce dall’incontro di due donne talentuose, Barbara Foradori, che con il marito Andrea Cordero gestisce «Osteria 33» a Piazza di Terragnolo, e Sara di Lucia, laureata in Scienze giuridiche e diritto ambientale, specialista in management territoriale. «Incontrarci è stata un’occasione bellissima che ci ha portate a pensare qualcosa di diverso per un locale che, finalmente, dopo due anni di chiusura, è tornato a fare rivivere tutta la valle», dice di Lucia. Così, per 11 mesi, 11 artiste trentine hanno la possibilità di esporre le proprie opere all’Osteria, posto di ritrovo per tutta la comunità, ottimo ristorante con cucina tradizionale (compreso il celebre Fanzelto crepe salata a base di «formentom», il grano saraceno ottenuto da antiche sementi, che si abbina a salumi e formaggi), vini tassativamente trentini e ora anche galleria d’arte. Originale la stessa giornata contro la violenza sulle donne orchestrata da di Lucia lo scorso novembre: quel giorno infatti i clienti di «Osteria 33» hanno dovuto calpestare un tappeto di fiori per entrare nel locale, simbolica allusione all’insondabile spietatezza con cui talvolta si soffocano gli esseri più delicati.
«Mio marito è un cuoco piemontese che aveva esordito con Arcigola, poi diventata Slow Food, a Bra, in provincia di Cuneo – racconta Foradori –. Fatalità, ha iniziato a lavorare come cuoco alla Locanda delle tre chiavi di Isera mentre io ero barista all’Osteria delle Streghe di Nogaredo, entrambi locali di Sergio Valentini. Così ci siamo conosciuti, ci siamo innamorati e abbiamo messo su famiglia, col desiderio di poter gestire direttamente un locale tutto nostro. Quando abbiamo sentito parlare del locale di Terragnolo, che la famiglia della signora Laura Valduga aveva portato avanti per tre generazioni e che ormai era chiuso da due anni, abbiamo capito che era il posto giusto per noi. Siamo stati accolti benissimo. L’idea avanzata da di Lucia di fare del ristorante anche una mostra d’arte è stata bellissima. Attualmente sono in esposizione i quadri di Francesca Maffei, artista di Noriglio bravissima nel rendere la brillantezza e la trasparenza dei vetri che dipinge».
Sara di Lucia è cittadina di Lizzanella e a Terragnolo è approdata otto anni fa, portata dall’amore. «Sono entrata subito nella comunità a gamba tesa – dice – nel mio stile, diventando vicepresidente di “Terragnolo che conta”. Muovendomi nel campo della promozione del territorio, cultura e arte, che sono il mio pane da sempre, organizzo eventi e tra le cose che ho progettato c’è anche “Il quadro del diritto” proposta simile a questa di Terragnolo perché lunga un anno: proponeva 12 artisti, uno al mese».
È la storia dell’alleanza di due donne molto diverse tra loro e molto attive che si sono trovate una di fianco all’altra accomunate dal grande rispetto e amore per il territorio che abitano. «Le risorse di questa valle sono infinite – dice Foradori – sia per il livello dei prodotti gastronomici che offre, come le rape di Terragnolo, davvero speciali, o l’antico e pregiato vitigno Nero dei Baisi, sia a livello paesaggistico, con i suoi terrazzamenti e la natura selvaggia». Entrando nella sua osteria si percepisce un’aria di intimità che fa bene intendere la funzione di presidio territoriale del locale, che il primo marzo ha compiuto il suo primo anno di vita e che serve una valle con 33 frazioni, che si estende per 35 chilometri e ospita circa 700 abitanti. «L’accoglienza è stata meravigliosa, tutte le persone del posto sono state felici della riapertura – dice Foradori –. Il primo marzo il locale ha compiuto il suo primo anno e da allora abbiamo sempre assistito al via vai mattiniero. Qui la comunità trova il proprio centro sociale; arrivano giovani e meno giovani, gente del posto e non; i ragazzi di qui sono davvero simpaticissimi, è un bel lavorare tra loro, sono educati e spiritosi al contempo».
«L’idea di “Ristoarte” è di Sara – racconta ancora Foradori –. Inizialmente cercavamo un modo per valorizzare degnamente la Giornata contro la violenza sulle donne. Sentivamo forte il bisogno della celebrazione perché, per quanto si parli tanto di parità, non si capisce ancora che è importante cogliere la particolarità della donna, che possiede capacità, competenze, abilità, sensibilità del tutto proprie, indispensabili alla società se la si vuole migliorare. Diciamolo, la donna è diversa dall’uomo e proprio per questo può portare un valore aggiunto, che non passa di certo attraverso le deformazioni linguistiche che si fanno oggi». Gli strafalcioni linguistici, fa intendere la signora, con cui si ricorre a brutture lessicali come sindaca, avvocata, assessora, fors’anche giudichessa, oltre a essere un boomerang bello e buono (nega il valore dell’essere in favore del ruolo) è anche ipocrita. «Sarà meglio chiedere il rispetto di diritti reali, come la parità salariale o la conciliazione lavoro-famiglia – conclude di Lucia –, dire “assessora” e “direttora” non serve a niente se non a imbruttire la nostra lingua. Lo dimostra il fatto che poi ci siano donne che nelle istituzioni votano contro le donne. Mi riferisco a quelle della maggioranza che in Regione hanno appoggiato l’emendamento al disegno di legge sulla rappresentanza femminile in Giunta, un emendamento con cui si è tolto il riferimento alla proporzione fra i generi e si lascia una generica necessità di avere rappresentanza femminile all’interno della Giunta regionale. Così, nei fatti, la Regione ha cambiato le regole in peggio per le donne».
Dal macro al micro: contro gli imbarbarimenti che si attuano ad alta quota, il volo leggero di «Ristorarte» vuole dare luce alle donne. «Con l’arte al femminile cerchiamo il modo dolce di entrare in dialogo con le stesse opinioni maschili – chiosa Foradori – e i signori uomini hanno capito, apprezzato, e ci hanno fatto i complimenti».