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sabato 15 Marzo, 2025

Riva, Maria Skvor uccisa con sette colpi di lampada. Sul corpo anche segni di soffocamento

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I risultati dell'autopsia: «Trovate anche ferite da taglio sul dorso»

La 91enne Maria Skvor è stata colpita sette volte con una lampada, presumibilmente quella trovata dai carabinieri nell’appartamento di via Deledda, a Riva del Garda che condivideva con la figlia e dove si è consumato il suo delitto. Ma sul suo corpo, queste le prime conclusioni tratte dalla relazione preliminare dell’anatomopatologo depositata dalla Procura ieri mattina in udienza alla Gip del tribunale di Rovereto, ci sono anche segni di soffocamento, che potrebbe anche essere la causa della morte, e ferite da taglio sul dorso. I primi risultati dell’autopsia sul corpo della donna forniscono quindi ulteriori dettagli per capire cosa è successo nell’appartamento dove l’anziana e la figlia 61enne oggi accusata del suo assassinio, vivevano in una situazione di grande isolamento dagli altri condomini e dalla vita sociale.
La giudice per le indagini preliminari Mariateresa Dieni ha conferito ieri l’incarico per una perizia psichiatrica su Francesca Rozza, come ha chiesto la difesa della donna la scorsa settimana. Il perito nominato, lo psichiatra Eraldo Mancioppi, dovrà stabilire la capacità di seguire il processo da parte dell’indagata, al momento ricoverata agli arresti domiciliari in psichiatria ad Arco e ieri assente in aula proprio per le sue condizioni di salute, oltre che sull’imputabilità della donna, quindi la sussistenza o meno di infermità, totale o parziale, al momento del delitto. Nel caso in cui il perito arrivasse ad un giudizio di infermità, dovrà anche esprimere il suo parere professionale sulla pericolosità sociale di Francesca Rozza. Mancioppi ha 90 giorni per depositare il suo elaborato.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Nicola Canestrini, ha a sua volta deciso di nominare un’esperta, la psichiatra forense Anna Palleschi, specialista in “caregiver burnout” ovvero la fatica e la prostrazione che possono cogliere chi per lungo tempo si occupa della cura di una persona malata o molto anziana. La Pm Viviana Del Tedesco ha invece deciso di non chiedere un’ulteriore consulenza.
Il delitto di via Deledda, scoperto due settimane fa, il primo marzo, dopo la chiamata di Francesca Rozza, figlia della vittima, al 112, è apparso subito come un dramma famigliare. La donna ai soccorritori ha detto, in stato confusionale, di aver fatto del male alla madre, Maria Skvor: l’assassinio risale al giorno prima, un dettaglio svelato al 112 semrpe da Rozza che ha detto di aver vegliato il cadavere della mamma per ventiquattr’ore. Ore drammatiche, nelle quali Rozza, che si è poi chiusa nel silenzio non rilasciando dichiarazioni alle forze dell’ordine, ha anche cercato di togliersi la vita.