politica
mercoledì 19 Marzo, 2025
Elezioni, record di Comuni monolista. E tre municipi saranno commissariati
di Tommaso Di Giannantonio
Luserna, Madruzzo e Capriana senza sindaco. Un solo candidato in 85 paesi (54%)

Si apre ufficialmente la corsa per le elezioni amministrative del 4 maggio nei 157 Comuni trentini (su 166) chiamati alle urne. Ieri, a mezzogiorno, è scaduto il termine per la presentazione delle liste. Nella maggior parte dei casi sarà una tornata «monolista». Non ci sono mai stati così tanti paesi con un solo candidato sindaco: ben 85 municipi, cioè il 54%. Un dato storico, «ma soprattutto molto preoccupante», dice Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal). A Capriana (Val di Fiemme), Madruzzo (Valle dei Laghi) e Luserna (Altipiani Cimbri) scatterà addirittura il commissariamento del Comune perché non è stata depositata alcuna lista. Diminuisce, inoltre, la quota di candidate sindaca.
I «monolista» eclatanti
In più della metà dei Comuni, dunque, la sfida sarà quella di superare il quorum del 40%. Non più del 50%: l’estate scorsa il Consiglio regionale aveva annusato il rischio «monolista» e abbassato la quota minima di votanti.
E infatti i municipi con un unico candidato sono aumentati. Alle elezioni amministrative del 2020 se ne contavano 56 su 156 Comuni al voto (il 36%): una trentina in meno.
Alcuni casi sono eclatanti. A Baselga di Piné (più di 5.200 abitanti) non è mai successo di andare alle urne con una sola lista. Non è mai accaduto neanche a Storo, il centro maggiore della Valle del Chiese con oltre 4.400 residenti, e a Tenno (Alto Garda). Anche a Giovo, il paese più grande della Val di Cembra con oltre 2.500 abitanti, si presenterà solo un candidato. A Vallelaghi (5.200 cittadini) è sicuramente la prima volta dopo la fusione del 2016. Idem per Predaia, il secondo Comune più grande della Val di Non con quasi 7mila residenti (fusione nel 2015). Una sola lista anche a Comano Terme (quasi 3mila abitanti), capoluogo delle Giudicarie Esteriori. Clamoroso pure il caso di Sella Giudicarie (3mila abitanti): fino a pochi anni fa nella sola frazione di Roncone c’erano tre candidati.
Quasi quattromila trentini, invece, resteranno proprio senza sindaco. A Madruzzo (3mila abitanti) e Capriana (600 abitanti) arriverà il commissario, a Luserna (267 anime), già senza primo cittadino, il commissario rimarrà in carica.
Gianmoena amareggiato
Complessivamente – su 157 Comuni al voto, di cui 121 con una popolazione inferiore ai 3mila abitanti – si presenteranno 254 candidati sindaco alle elezioni del 4 maggio, in calo del 12,7% rispetto ai 291 delle precedenti amministrative. La quota femminile è in flessione: da 51 a 43 candidate.
Il presidente del Consiglio delle autonomie locali individua tre cause per il calo di candidati e liste. In primo luogo «fare il sindaco o l’amministratore richiede grosse responsabilità e in più raggiungere gli obiettivi prefissati è diventato difficile perché è aumentata la complessità della macchina amministrativa. Tutto questo — considera Gianmoena — disincentiva le persone a candidarsi».
Non è, però, solo una questione di regole e tecnicismi stringenti. «Vedere sempre meno persone che mettono a disposizione il proprio tempo per gestire la cosa pubblica è un segnale negativo — prosegue la guida del Cal — È un fenomeno figlio sicuramente di una società individualista: non è vero che non abbiamo più tempo, ma è solo cambiata la scala delle nostre priorità. Oggi gestire il bene comune, purtroppo, non è più così comune». Inoltre il dato «deve essere letto in relazione al calo dell’affluenza alle urne: in generale c’è una disaffezione alla politica. E non è vero — puntualizza Gianmoena — che la cattiva politica non incide».
Quali sono i possibili rimedi? «L’unico modo per invertire il trend è quello di allargare la platea delle persone che si occupano della cosa pubblica — dice — Dobbiamo spingere per una democrazia partecipativa: le decisioni, giustamente, devono rimanere a carico dell’amministrazione, ma abbiamo bisogno di far partecipare le persone ai processi decisionali attraverso, ad esempio, i bilanci partecipati». Un ruolo, però, «deve essere svolto anche dai partiti, che devono tornare a formare la classe dirigente», conclude Gianmoena.
Centrodestra diviso
I partiti appunto. Le forze politiche del centrodestra autonomista, al governo della Provincia, non hanno dato prova di unità nei centri più grandi. A Trento il Patt correrà con un proprio candidato all’interno di una coalizione civica. A Riva del Garda, invece, ci sarà un’insolita alleanza fra Stelle Alpine e Fratelli d’Italia, mentre Lega e Forza Italia presenteranno un altro candidato. Anche a Mori meloniani e leghisti saranno divisi. Stessa cosa a Cles, dove Fratelli d’Italia correrà da solo.