Giustizia
giovedì 10 Aprile, 2025
Orsa F36 uccisa da un colpo di fucile, le associazioni animaliste presentano opposizione: «Non si archivi per i 4 cacciatori»
di Redazione
La carcassa del plantigrado era stata rinvenuta nel settembre 2023 in val Bondone, nel Comune di Sella Giudicarie, uccisa da una colpo di fucile che le aveva attraversato il torace da destra a sinistra

Sono quattro le associazioni animaliste, e cioè Lav, Leal odv, Oipa e Lndc (lega nazionale per la difesa del cane), che hanno presentato opposizione contro la richiesta di archiviazione formalizzata dalla pm Patrizia Foiera nei mesi scorsi nei confronti di quattro cacciatori trentini delle Giudicarie, dai trenta ai settant’anni, che erano stati iscritti sul registro degli indagati per l’ipotesi di uccisione di animale, per la morte dell’orsa F36, la cui carcassa era stata rinvenuta nel settembre 2023 in val Bondone, nel Comune di Sella Giudicarie, uccisa da una colpo di fucile che le aveva attraversato il torace da destra a sinistra.
I fatti da cui si erano mosse allora le prime indagini sono due: la presenza a soli seicento metri in linea d’aria dal luogo del ritrovamento dell’animale di un appostamento fisso da caccia e la data della morte del plantigrado, rilevata grazie al radiocollare, ossia il 24 settembre 2023. Il cerchio degli inquirenti si era stretto appunto sui quattro cacciatori che si trovavano nella zona dell’abbattimento dell’animale in base alle denunce di uscita di caccia e alle celle telefoniche a cui si erano allora agganciati i loro cellulari. Ma in seguito agli accertamenti svolti, passati anche attraverso l’autopsia del plantigrado, e alle verifiche effettuate dai Forestali, per la Procura gli indizi raccolti, «seppur pertinenti, non appaiono sufficienti a sostenere l’accusa». In particolare la titolare dell’inchiesta ha spiegato come non fosse stato rinvenuto il bossolo e per giunta «è stato smaltito il pelo dell’orsa» prima che venisse rilevata polvere da sparo, rendendo quindi difficile risalire all’arma e quindi al proprietario.
Di qui la richiesta di archiviazione nei confronti dei quattro cacciatori, due di questi assistiti dall’avvocato Andrea Antolini. Richiesta a cui si sono però opposte, sollecitando ulteriori approfondimenti, quattro associazioni animaliste, pronte a dare battaglia nel corso dell’udienza già fissata davanti al giudice Enrico Borrelli per i prossimi mesi.
«È una strada complessa, ma faremo tutto il possibile perché le indagini siano portate avanti e avere giustizia per F36» aveva già fatto sapere Leal. «È inaccettabile che nonostante i tanti elementi utili raccolti durante le indagini, i responsabili dell’uccisione di F36 possano farla franca – aveva dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Animali selvatici della Lav – Vogliamo che i responsabili paghino per questo ignobile atto di bracconaggio».