elezioni comunali
venerdì 11 Aprile, 2025
Sei candidati per Trento: ieri il primo dibattitto. Ianeselli: «Città aperta e che guarda al futuro», Goio: «Più servizi e senso di comunità»
di Serena Torboli
Oltre 250 persone hanno assistito al confronto delle Acli. Bortolotti: «Trattenere i giovani», Demarchi: «Serve una visione di futuro»

È la prima volta che si siedono tutti insieme a parlare di Trento, futuro e scelte politiche. Sei candidati alla carica di sindaco si sono confrontati pubblicamente in un incontro promosso dalle Acli trentine, moderato da Domenico Sartori. Una platea numerosissima, oltre 250 persone, composta anche da una grande quantità di candidati, ha ascoltato per due ore visioni, priorità, contrasti. E qualche scivolone.
Chi sono
In campo, figure molto diverse. Franco Ianeselli, sindaco uscente sostenuto da una larga coalizione di centrosinistra, ha subito lanciato una frecciata al centrodestra: “Mi presento come candidato per la seconda rielezione e non mi interessano altri mandati”. In opposizione, il centrodestra unito propone Ilaria Goio, forestale di formazione, con esperienza nel consiglio circoscrizionale e un’attività di famiglia che dà lavoro a 25 persone. In corsa anche Giulia Bortolotti, insegnante di lettere al Da Vinci e attiva nel consiglio educativo, e Simonetta Gabrielli per Democrazia Sovrana e Popolare, 66 anni, ex libraria e ora esperta in marchi e brevetti.
Poi Andrea Demarchi, impiegato e vigile del fuoco volontario, sostenuto da Patt Civica e infine Paolo Geat, ingegnere e volto noto del mondo dei consorzi di bonifica: “Le fosse di Trento le conosco. Ci vuole gente che si dedica alla città”.
Il futuro che immaginano
Largo spazio alle visioni di lungo periodo. Bortolotti mette al centro i giovani: “Voglio una città dove i figli e i nipoti possano restare, non siano costretti ad andarsene. Trento dev’essere ecologica e svelta”.
Goio parla di una Trento “accessibile, con servizi efficienti, dove i giovani non fuggono e gli anziani trovano cura”. E punta sul senso di comunità: “Una città che torna a valori condivisi, non dominata dall’individualismo”.
Ianeselli cita Guido Piovene, che nel’53 descriveva Trento come povera, grigia e dignitosa: “Oggi invece è una città di frontiera che ha trovato un posto nel mondo, grazie a scelte come l’università di sociologia. Siamo una società aperta. Lo vedo anche nei cognomi dei compagni di asilo di mio figlio: solo cinque su venti sono trentini”.
Geat resta ingegnere anche nella visione: “Non rincorriamo idee eclatanti: vogliamo che le cose del quotidiano siano fatte bene. E una città dove non si perda mezz’ora per parcheggiare, dove il quotidiano funzioni. Vivibile per tutti, anche per chi ha meno”. E chiede attenzione alle barriere architettoniche e ai quartieri. Ma soprattutto, chiede che ci possa essere compartecipazione dei cittadini alle scelte più importanti.
Demarchi punta su tradizione e comunità: “Abbiamo bisogno di una visione di futuro ma che dia anche una risposta immediata. Guardiamo a Svizzera e Austria, sono alpine come la nostra Trento. Affidiamoci alle associazioni che danno un senso di futuro”.
Gabrielli esordisce con un allarme: “C’è una guerra che sta arrivando, non solo quella dei dazi ma anche del riarmo”. Parla di puntare sulle relazioni che “sono state distrutte dai lockdown” e rifiuta la digitalizzazione forzata: “Il cittadino deve poter parlare con l’amministrazione allo sportello, alla vecchia maniera”.
Grandi opere e transizione ecologica
Il dibattito si scalda toccando le grandi opere: tutti, con sfumature diverse, toccano il progetto del bypass ferroviario, tranne Ianeselli che rivendica le scelte urbanistiche e il fatto che con le grandi opere arriva anche un nuovo modo di muoversi: “Il Nordus, la tranvia nord-est, la Brt, sono già in costruzione. Ora iniziano a dirci come possiamo immaginare un modo diverso di spostarci”.
Gabrielli è diretta: “Il bypass va fermato. Fa parte del corridoio Tav, e quel corridoio, tra l’altro, serve a trasportare armi”. Parte del pubblico rumoreggia.
Anche Geat è molto netto: “Il progetto è una bomba ambientale, poggia su terreni contaminati vicino alla Sloi. L’Istituto di Sanità era disposto a discutere di una soluzione ancora anni fa. Nessuno rispose. Siamo fuori tempo massimo e dire qualcosa ora, a 20 giorni dal voto, è grave”.
Demarchi insiste sulla consapevolezza: “I cittadini fanno la loro parte, ma serve una politica che non imponga diktat. Siamo terra di agricoltori, il cambiamento climatico ci colpisce da vicino”.
Politica
Dopo le polemiche per l'addio a FdI, Girardi e Daldoss si difendono: «Nessuna poltrona, ma un progetto nell’interesse dei trentini»
di Redazione
I consiglieri spiegano il senso dell'eventuale costruzione di un polo territoriale e respingono al mittente le accuse degli ormai ex colleghi di partito
il caso
Crisi in Fratelli d’Italia, la rabbia dei militanti: «Avvisammo Donzelli che avrebbero tradito, ma si mise a ridere»
di Donatello Baldo e Simone Casciano
Dirigenti e consiglieri, frustrati, criticano la scelta di Daldoss e Girardi in lista. Zenatti: «Sono saliti sul carro pronti a scendere al primo momento utile. Quello che è accaduto era prevedibile»