L'accordo
domenica 13 Aprile, 2025
Ambiente, sicurezza nella gestione di orsi e lupi, urbanistica, rifiuti: ecco le competenze del nuovo statuto di Autonomia
di Donatello Baldo
Per Kompatscher e Fugatti si tratta di un risultato importante, per le opposizioni di un semplice restyling

Sono passati due anni e mezzo da quando la premier Giorgia Meloni, nell’enunciazione delle sue dichiarazioni programmatiche davanti alle Camere a pochi giorni dal voto che le consegnava il governo nazionale, si impegnava a «ripristinare gli standard di autonomia del Trentino Alto Adige». Da lì partì la lunga trattativa della revisione dello Statuto, approvata in pre-adozione dal Consiglio dei ministri il 9 aprile scorso. Il testo — arrivato ieri ai due presidenti delle Province di Trento e Bolzano — dovrà ora passare dai Consigli provinciali e regionale, e tornare al Consiglio dei ministri per la trasformazione in un disegno di legge costituzionale, che attraverserà il complesso iter parlamentare nella speranza che l’approvazione arrivi entro la fine della legislatura, quindi entro i prossimi due anni e mezzo.
Per Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti si tratta di un risultato importante, per le opposizioni di un semplice restyling. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Intesa e «in melius»
La grande attesa era per l’intesa, quel meccanismo che mette ai ripari lo Statuto di autonomia da eventuali modifiche unilaterali del Parlamento. Trento e Bolzano hanno «sparato alto», chiedendo che il Parlamento potesse decidere modifiche solo se d’accordo le Province, o con maggioranza qualificata dei due terzi delle Camere. Il governo non ha accettato la proposta, perché si sarebbe limitata la sovranità dell’Assemblea legislativa. Si è ottenuto un iter di modifica particolare: l’intesa si configura sul testo di modifica approvato in prima deliberazione dalle Camere; tale deliberazione deve però passare al vaglio dei Consigli provinciali e regionale, entro 60 giorni. Se non c’è intesa, il Parlamento può procedere con la modifica ma solo se l’approvazione avviene a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Non solo, perché non sarà possibile «intaccare i livelli di autonomia giù riconosciuti». Nessuna modifica «in peius», solo «in melius».
Ombrello costituzionale
L’altro tema, quello su cui si era impegnata precisamente la premier, ha a che fare con i limiti della competenza legislativa di Regione e Province. Dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, infatti, la Consulta era intervenuta più volte per bloccare norme approvate da Trento e Bolzano per l’aleatorietà dell’interpretazione del nuovo testo, portando così a una riduzione degli spazi di autonomia. Regione e Province, nella loro produzione legislativa sulle norme: «Viene eliminato — si legge nella relazione illustrativa delle modifiche allo Statuto — il limite delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica e viene modificato il limite costituito dai principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica, ora qualificati come “generali”. È invece mantenuto il limite degli interessi nazionali insieme con i limiti costituiti dalla Costituzione e dal rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali». Inoltre, nella formulazione relativa alla potestà legislativa primaria regionale e provinciale è introdotta l’espressa qualificazione di «esclusiva».
Nuove competenze
La modifica dello Statuto va anche a puntualizzare alcune competenze, e ne introduce di nuove. Viene riconosciuta come potestà legislativa primaria la disciplina dei contratti collettivi del personale degli uffici regionali, poi come potestà legislativa esclusiva la disciplina di quelli provinciali. Introdotta la nuova definizione, tra le competenze, del «governo del territorio» che include urbanistica, piani regolatori ma anche edilizia. Nella gestione dei servizi pubblici provinciali rientra ora anche la gestione dei rifiuti e sull’idroelettrico le piccole e medie derivazioni. Specifica competenza su Ambiente ed ecosistema provinciale, Fauna selvatica e Commercio. In capo ai due presidenti delle Province, anche questa è una novità e un risultato molto atteso, è il riconoscimento dell’autorità di pubblica sicurezza anche in materia di gestione della fauna selvatica. Leggi: orsi e lupi.
Fronte sudtirolese
Nel testo di riforma dello Statuto alcune modifiche riguardano la questione sudtirolese: per il diritto al voto il periodo di residenza viene portato da quattro a due anni; il Consiglio provinciale di Bolzano può, a maggioranza assoluta, prevedere che la giunta sia composta in base alla consistenza dei gruppi linguistici come da ultimo censimento, in luogo della consistenza dei gruppi linguistici come rappresentati in Consiglio; sui Comuni, si stabilisce che, se in Consiglio comunale c’è un solo appartenente a un gruppo linguistico, il Consiglio a maggioranza assoluta può riconoscerne la presenza in giunta.