Valsugana
mercoledì 16 Aprile, 2025
Si ammala di sclerosi laterale, i colleghi gli regalano le ferie per curarsi
di Johnny Gretter
La storia di Gezim, operaio della X-Lam Dolomiti: «Questa malattia mi sta portando via tanto, ma mi ha consentito di riscoprire il valore umano delle relazioni»

«Posso affrontare questo momento con serenità grazie alla generosità dei miei colleghi e dell’azienda. Se sono qui, è merito loro: mi hanno concesso il tempo necessario per concentrarmi su questo nuovo percorso che la malattia impone a me e alla mia famiglia».
Gezim è un operaio della X-Lam Dolomiti di Castelnuovo, azienda specializzata in legno lamellare, colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica. Una malattia che lo ha costretto a un percorso difficile, a livello medico, economico e umano. In tutto questo, Gezim non è però sostenuto solo dalla sua famiglia: i suoi colleghi, infatti, hanno deciso di donargli le loro ferie, permessi e ore accumulate attraverso alla «banca ore solidale». Uno strumento che permette ai lavoratori di cedere gratuitamente riposi e ferie ai loro colleghi, per consentirgli ad esempio di assistere i figli minori o per affrontare particolari condizioni di salute che necessitano cure costanti.
Così, i lavoratori e le lavoratrici dell’azienda di Castelnuovo, hanno scelto di rinunciare a qualcosa di proprio per restituire tempo e dignità a un collega colpito dalla Sla. Un patto silenzioso, reso possibile grazie alla disponibilità dell’azienda e al sostegno della Feneal Uil Trentino Alto-Adige.
«La Sla porta via tanto – racconta Gezim, che si trova al centro Nemo di Trento dove affronta un periodo di ricovero –. Ma mi ha anche permesso di riscoprire il valore profondo delle relazioni umane. Non solo attraverso il supporto dell’azienda, ma anche grazie agli operatori sanitari che ho incontrato al Centro Nemo: non sono semplicemente professionisti, sono persone che mettono il cuore in ogni gesto, che vanno oltre il loro ruolo con una straordinaria umanità. Non mi sarei mai aspettato che così tante persone avessero un pensiero per me. Sentire il loro interesse sincero mi dà coraggio e forza. Qui al Nemo mi sento protetto, accolto, a casa. Ogni giorno riceviamo sostegno, sempre accompagnato da un sorriso. E questo, credetemi, fa tutta la differenza del mondo».
Anche Aisla, l’ Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, ha voluto esprimere pubblicamente la propria gratitudine ai i protagonisti di questa vicenda. «Avete scelto di restare accanto, quando la malattia tende a isolare – scrive in una lettera aperta la presidente dell’associazione Fulvia Massimelli – e avete dimostrato che il lavoro può essere anche luogo di cura e di comunità. Questo gesto ci commuove e ci ispira. Perché la Sla è una malattia che isola, ma voi avete scelto di restare accanto. E non solo: avete dato voce a un modello virtuoso, quello della banca ore solidale che merita di essere valorizzato, condiviso, forse persino esteso a livello nazionale. La vostra esperienza può diventare un esempio replicabile, un seme di cambiamento».
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