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martedì 22 Aprile, 2025

Nella Bergoglio, cugina del Pontefice: «A noi chiedeva sempre la bagnacauda. Non dimenticherò mai le sue mani morbide»

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La cugina di Francesco e i ricordi con Bergoglio in Piemonte: «Al Papa piaceva mangiare però si teneva parecchio. Ma le buone ricette piemontesi se le ricordava perché la nonna Rosa, che lo ha allevato, gliele preparava»

«Queste sono le lettere che mi ha scritto dal 2001 in avanti. Io Papa Francesco l’ho conosciuto prima che diventasse Papa». Inizia così il racconto di Nella Bergoglio, cugina del Pontefice, seduta nel dehor della locanda che gestisce a Peveragno, nelle Langhe, in provincia di Cuneo, mentre sfoglia album pieni di fotografie e lettere che testimoniano i suoi incontri col Santo Padre. “Due volte all’anno ho sempre fatto visita a Papa Francesco perché lo sentivo uno della nostra famiglia e gli ho voluto bene, gli voglio bene. L’ultima volta ci siamo visti il 15 gennaio con l’associazione cuochi».

Ricorda con emozione i momenti passati insieme: «Al Papa piaceva mangiare però si teneva parecchio. Ma le buone ricette piemontesi se le ricordava perché la nonna Rosa, che lo ha allevato, gliele preparava. A noi chiedeva sempre la bagnacauda. Purtroppo non sono riuscita a portargliela perché lui è mancato». La notizia della scomparsa l’ha saputa da un frate del Vaticano. «Ci sono rimasta malissimo perché sì, sapevo che non stava bene, però sapevo anche che si era ripreso e avevamo ancora tante cose da fare. Doveva ancora darci qualche coccola, qualche insegnamento, qualche dritta».

Commosso anche il ricordo più intimo: «Io, Papa Francesco, lo ricordo col sorriso che mi donava, a me donava un sorriso bellissimo che mi mandava pace e le sue mani, le sue mani calde, morbide, e quelle non le dimenticherò mai». Nella Bergoglio parteciperà ai funerali: «Perché dobbiamo accompagnarlo. Francesco ha scelto un funerale diverso dagli altri papi, perché Papa Francesco lui si distingue dagli altri, lui è per gli umili, per le cose umili, diciamo senza sfarzo. E lui deve stare coi poveri, stare con la gente, coi fedeli».

Legato profondamente alle sue origini piemontesi, il Papa non dimenticava la terra natale: «Quando andavo giù a Roma in udienza parlava anche in dialetto, mi salutava con ‘cerea’. Poi io gli avevo portato il libro dei proverbi piemontesi, lui era stato contento, l’ha guardato molto, molto contento». E conclude: «Gli vogliamo bene perché ha fatto delle grandi cose, cambiato un po’ la chiesa, con la sua umiltà. Lui si è presentato umile e ci manca».