la storia
giovedì 24 Aprile, 2025
Vendono tutto per viaggiare dodici anni in bici, dal Belgio alla Corea. «Volevamo cambiare vita: attraverseremo 31 Paesi»
di Emanuele Paccher
Ahmed Osman e Jenny Scherrer sono transitati anche in Trentino. Architetta lei, ex giocatore professionista di snooker (una specialità del biliardo) lui, hanno lasciato tutto

Da Bruxelles fino alla Corea del Sud in bicicletta, attraversando ben trentuno Paesi del mondo. È questo l’incredibile viaggio programmato – e cominciato il 19 gennaio di quest’anno – da Ahmed Osman, belga-egiziano di 55 anni e da Jenny Scherrer, originaria della Francia, di 44 anni.
Architetta lei, ex giocatore professionista di snooker (una specialità del biliardo) lui, insieme condividono la passione per i viaggi e la volontà di conoscere le bellezze del pianeta. Il viaggio intrapreso di recente è del tutto fuori dall’ordinario: in questi primi mesi la coppia ha già trascorso 1200 chilometri ma, davanti a sé, ne ha almeno altri diecimila da fare, che probabilmente si raddoppieranno visto che la vera meta sembra il viaggio in sé, con il bagaglio di esperienze umane che si porta appresso.
Belgio, Lussemburgo, Francia, Germania, Liechtenstein, Svizzera, Austria e Italia i Paesi percorsi finora. Seguiranno poi Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Albania e a fine anno, se tutto andrà bene, la Grecia. Poi la pausa invernale, con il rientro nelle rispettive case, per poi ripartire la primavera successiva dalla Grecia alla volta di Turchia, Armenia, Georgia, Azerbaigian, Iran, Iraq, Kuwait, Afghanistan, Cina, Tibet, Nepal, Cambogia, Vietnam, Laos e Corea del Sud.
L’occasione per conoscere la straordinaria storia dei due viaggiatori la si è avuta, un po’ per caso, in settimana a Novaledo, dove la coppia ha trascorso la notte in tenda presso il bicigrill del paese per poi rimettersi in sella e ripartire la mattina successiva. Direzione Venezia, da raggiungere – secondo il loro programma – entro la fine della settimana. Chi volesse seguirli, per curiosità personale o, perché no, per trarne ispirazione, può visitare il loro blog: https://sites.google.com/view/paths2thesoul o la pagina Instagram «paths2thesoul».
Ora lasciamo spazio e parola ai due viaggiatori. Ahmed, fin da subito, ci lancia uno scoop con ironia ma anche con realismo: «Io non amo affatto andare in bicicletta. Ma amo Jenny». D’altronde si sa, l’amore a volte porta a compiere pazzie. Persino un viaggio in bicicletta fino alla Corea del Sud.
Ahmed e Jenny, come è nato questo vostro viaggio?
Ahmed: «Tutto parte dal fatto che ci è sempre piaciuto praticare attività sportive. Quindici anni fa abbiamo venduto la nostra autovettura e Jenny ha iniziato ad andare ovunque in bici, mentre io a piedi. Nel 2017 volevamo cambiare il nostro modo di vivere, anche se non sapevamo bene come. A un certo punto abbiamo deciso di lasciare tutto, vendendo ciò che potevamo vendere e donando tutto il resto. Abbiamo così deciso che il 2025 sarebbe stato l’anno prescelto, e così è stato».
Quando pensate di giungere a destinazione?
Jenny: «In Corea del Sud potremmo arrivarci in tre o quattro anni. Abbiamo delle biciclette molto pesanti, da 72 chilogrammi l’una, e quindi andiamo piano. Poi comunque il nostro piano è di continuare a viaggiare per dodici anni. Abbiamo programmato il budget, in totale di 100.000 euro, per questo arco temporale. Poi tra dodici anni Ahmed andrà in pensione e quindi potremo fermarci da qualche parte».
Come mai avete scelto proprio la Corea del Sud come meta finale?
Jenny: «L’abbiamo scelta perché ci siamo innamorati di quel Paese. La prima volta che ci siamo andati è stato nel 2008, ma poi ci siamo ritornati molte volte. Abbiamo fatto tanti viaggi, ma alla fine la Corea rimaneva sempre il nostro punto fisso. Questo viaggio poi ci permetterà di scoprire tanti altri Paesi, ma la meta finale volevamo che fosse proprio la Corea».
Ahmed: «Nel 2006 abbiamo deciso di fare un grande viaggio ogni due anni, prendendoci qualche settimana per andare a vedere ogni volta qualche posto nuovo. Nel 2006 siamo andati a Bali, in Indonesia, ed è stato veramente magnifico. Poi nel 2008 siamo stati in Corea e ce ne siamo talmente innamorati che ci siamo tornati nel 2010, 2012, 2014, 2017, 2019 e 2022».
Finora qual è stato il posto più bello che avete visto?
Jenny: «È impossibile da dire. Le alpi e le dolomiti sono state senza dubbio spettacolari, ma ogni posto che abbiamo visitato ci è sempre sembrato migliore del precedente. I paesaggi cambiano molto rapidamente, ogni giornata è diversa ed è anche questo che rende il tutto straordinario. Ci piace moltissimo incontrare persone sempre diverse. Capita spesso che veniamo fermati da persone incuriosite, che poi si fermano a chiacchierare con noi. Questo viaggio è bello anche per questo, perché ci permette di condividere bellissimi momenti in compagnia».
Come vi siete preparati per questo lungo percorso?
Ahmed: «In realtà non ci siamo preparati quasi per nulla…».
Jenny: «Lo scorso anno avevamo molte cose burocratiche da dover sbrigare e questo ha fatto sì che non ci siamo preparati poi più di tanto. Abbiamo venduto alcune cose, tante altre le abbiamo donate e abbiamo lasciato i nostri lavori. Una volta in Corea abbiamo percorso 500 chilometri in bicicletta, ma avevamo molte meno cose dietro e anche molti più soldi. Stavolta invece siamo partiti in gennaio con biciclette molto pesanti e per di più in inverno, quindi è stato molto differente. Ma comunque finora è andato tutto bene. Anzi, dobbiamo ammettere che queste prime settimane sono state incredibilmente intense e affascinanti».
Avete dovuto affrontare qualche inconveniente sinora?
Ahmed: «Al momento no. Abbiamo delle ottime biciclette, conosciute per il fatto che permettono di coprire lunghe distanze. Poi noi abbiamo dietro l’attrezzatura necessaria per riparare eventuali danneggiamenti o forature, anche se onestamente non siamo degli ottimi meccanici. In caso di inconvenienti confidiamo di poter trovare delle persone che possano aiutarci».
Alla fine del viaggio pensate di scrivere un libro?
Jenny: «La pubblicazione di un libro non era nelle nostre idee iniziali, anche se molte persone che viaggiano di frequente terminano i loro viaggi proprio con un libro. Comunque è uno scenario possibile, anche perché condividendo il nostro viaggio sui social riceviamo degli ottimi feedback e vediamo che c’è molto interesse. Al momento stiamo cercando di tenere un diario quotidiano. Vedremo come andrà a finire».
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