Trento

sabato 26 Aprile, 2025

Povo, devastata nella notte la baita degli alpini al Moronar, trovate anche siringhe usate

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Il responsabile Ana, Romeo Zordan: «Vandalismi fini a se stessi, distrutta anche la credenza fatta a mano da un vecchio artigiano alpino»

Forse hanno pensato di aver trovato un modo originale «per fare serata». Con tante bottiglie di alcolici e droghe, di quelle pesanti. Hanno lasciato una struttura utilizzata da tutta la comunità di Povo, la baita alpina Moronar, in condizioni indecenti: mobili distrutti, frigo svuotato, tutto quello che c’era in cucina, dai piatti alle bottiglie d’olio, gettato a terra. La mattina, quando alcuni alpini, increduli, hanno aperto la baita per prepararla in vista di un evento pomeridiano hanno trovato a terra persino delle siringhe usate.
«Un atto di vandalismo fine a se stesso — lo definisce Romeo Zordan, alpino di Povo e vicecapogruppo dell’Ana di Trento — perché non è stato rubato nulla, ma i danni sono stati moltissimi».

 

Nel cuore della notte
Secondo la ricostruzione degli alpini, il gruppo di persone che ha organizzato «l’occupazione notturna» sarebbe arrivato attorno all’una, nella notte tra venerdì e sabato. Gli alpini, infatti, avevano chiuso la struttura in serata per poi tornare attorno alle 7 del mattino. «Da fuori non si notava molto — spiega Zordan — chiunque sia stato ha forzato la porta principale, ma dentro c’era il disastro».
Le immagini, che sono circolate ieri su alcuni gruppi social dedicati alla sicurezza nella zona di Povo, sono eloquenti. La sala principale è stata messa a soqquadro, le sedie sono state tutte gettate a terra. Sul pavimento, gli alpini hanno trovato immondizia di ogni tipo. «Ce n’era talmente tanta — spiegano — che abbiamo pensato che si devono aver messo di serio impegno per creare una situazione del genere».
La stanza viene usata per momenti conviviali, a disposizione della comunità. «Oggi pomeriggio — prosegue sempre Zordan — doveva essere occupata per un battesimo. Un evento che è stato per forze di cose annullato» . La cucina è stata trovata in situazioni ancora peggiori. Gli occupanti, hanno svuotato le dispense, ma non hanno consumato nulla. «A parte il caffè — fa sapere Zordan — che hanno bevuto gettando poi a terra il contenitore». E sul pavimento è stata trovata polvere ovunque.
Ma il vero cruccio degli alpini è la distruzione, anche quello un gesto che appare completamente gratuito, di un mobile, una credenza che era stata costruita — e donata — da un socio dell’Ana. «Lo ha fatto — precisa Zordan — un vecchio alpino, un artigiano e ora appare irrecuperabile: nessuno ce la potrà restituire».

 

Scientifica all’opera
Sul fatto ora indagano gli agenti della questura. Intervenuta anche la polizia scientifica, ieri sul posto per dei sopralluoghi. L’episodio della notte scorsa ha scosso la comunità anche perché, nel tranquillo sobborgo collinare, non c’erano mai stati precedenti di questo tipo: la baita è sempre stata ritenuta un «bene di tutti». E proprio per questo motivo, nessuno aveva mai pensato a mettere delle telecamere di videosorveglianza. Anche per questo motivo, dunque, saranno fondamentali gli esiti dei rilievi della scientifica, che hanno raccolto anche delle impronte digitali.
I danni alla struttura sembrerebbero contenuti, ma all’interno, oltre ai mobili da cambiare, ci sarà molto da pulire: i lavori impegneranno i volontari, forse, per più di un giorno.
Oltre all’episodio in sé, quanto accaduto risolleva anche il problema del consumo di droga: probabilmente è stata consumata anche eroina.