Il caso

domenica 27 Aprile, 2025

Accoglienza, a fine aprile dormitori chiusi. Ma la situazione resta allarmante

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Il Comune di Trento ha prolungato fino a giugno 19 posti ai Cappuccini e 24 alle Bellesini, ma chiuderanno tutte le altre strutture provvisorie della Provincia

Si avvicina la fine di aprile a grandi passi. E con essa si avvicina la chiusura di gran parte delle strutture di accoglienza per i senza fissi dimora. Così l’emergenza tornerà ancora una volta normalità. Per fortuna il Comune di Trento ha provveduto a prolungare fino al al 30 giugno 19 posti invernali al convento dei cappuccini e fino al 3 giugno 24 posti alle Bellesini. Ancora troppo poco rispetto all esigenze di Trento considerando che chiuderanno tutte le altre strutture provvisorie della Provincia. Per questo la giunta comunale due settimane fa ha deliberato un finanziamento da 668 mila euro per l’accoglienza notturna delle persone adulte richiedenti protezione internazionale nel triennio 2025-2027. La Giunta ha stanziato maggiori risorse rispetto al triennio precedente per trasformare i 19 posti letto invernali attivati lo scorso autunno al Convento dei Cappuccini in posti letto annuali e permanenti. In totale i posti letto finanziati dal Comune per l’intero anno sono 35 a cui si aggiungono i 24 posti invernali.
Nella delibera si precisa che, in più occasioni, il Comune di Trento ha sottoposto alla Provincia Autonoma, ente competente in materia di servizi di accoglienza, tutte le problematiche legate alla presenza sul territorio comunale di persone senza dimora e di richiedenti protezione internazionale sollecitandone una pronta e definitiva risoluzione. Tuttavia la Provincia non intende tornare alle precedenti regole di ingresso nei centri di accoglienza notturna che permettevano l’assegnazione di posti letto anche a richiedenti protezione internazionale in attesa di autorizzazione all’ingresso nei percorsi ministeriali residenziali loro dedicati. Il servizio provinciale “Sportello Unico per l’accoglienza delle persone senza dimora” registra una costante richiesta di posti letto da parte di richiedenti protezione internazionale, che vivono in strada nell’attesa (di solito superiore ai 400 giorni) di essere ammessi nei centri governativi di prima accoglienza (nel 2024 le richieste allo Sportello sono state 44 al mese). Una mancata specifica risposta rivolta ai richiedenti protezione internazionale ha comportato, negli ultimi due anni, la necessità per il Comune di Trento di intervenire più volte attraverso l’apertura di dormitori come casa San Francesco, le ex scuole Bellesini e il Convento di Santa Croce alla Spalliera dei Padri Cappuccini. Infatti la maggior parte delle persone che fanno richiesta di posti letto gravitano sul territorio del Comune di Trento vista la concentrazione dei servizi di bassa soglia e prima accoglienza nella città. Il flusso continuo degli arrivi di richiedenti protezione internazionale rende richiede interventi strutturali al di fuori della logica dell’emergenza.
A Trento chiuderanno la parte di accoglienza invernale a Casa Baldè in via Fiume a Trento; lo stesso accadrà anche per 8 posti invernali al Portico di Rovereto, per 18 posti invernali all’opera Bonomelli che proseguirà con 32 posti permanenti di bassa soglia. Altri 20 posti a Casa San Giovanni saranno chiusi.
La situazione potrebbe peggiorare e di molto anche anche per quanto riguarda l’accoglienza femminile. Già lo scorso inverno sono state notate donne dormire per strada. E come si sa questa è una situazione molto pericolosa per le senza fissa dimora che si trovano esposte ai malintenzionati e si possono difendere in maniera molto più limitata rispetto ai maschi. Senza un piano complessivo che tenga conto delle effettive esigenze sul territorio il rischio è che vi siano sempre più persone costrette a dormire per strada. E dire che posti ve ne sarebbero, anche allo stesso convento dei Cappuccini, basterebbe investire ancora.