cronaca

martedì 29 Aprile, 2025

Anziana truffata consegna gioielli per 10mila euro: arrestati due giovani che si fingevano carabinieri

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È accaduto ieri in Val Rendena: nell'auto della coppia rinvenuti 41 pezzi tra fedi, anelli, braccialetti e orecchini

Nella tarda serata di ieri 28 aprile, i Carabinieri delle Stazioni di Tione, Madonna di Campiglio e Pieve di Bono, in collaborazione con il personale della Polizia Locale delle Giudicarie, hanno tratto in arresto, nella flagranza di reato di truffa aggravata, due ragazzi di origine campana con precedenti di polizia i quali, poco prima, erano riusciti con l’inganno a farsi consegnare da un’anziana signora del posto gioielli in oro per un valore di oltre 10.000 euro.

Le indagini sono state avviate verso l’ora di pranzo allorquando, presso la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Riva del Garda, giungevano varie segnalazioni da parte di cittadini residenti in Val Rendena che erano stati contattati da finti Carabinieri che gli chiedevano di consegnare oro, denaro o preziosi per evitare l’arresto di un parente che aveva cagionato un grave sinistro stradale. Grazie anche alla campagna informativa disposta nei mesi scorsi dal Comando Provinciale di Trento, nessuno di tali tentativi era andato a buon fine; ciononostante la Centrale Operativa di Riva del Garda faceva immediatamente confluire in zona ben tre pattuglie con i colori di Istituto così da tentare di arginare il fenomeno. Grazie ad una intensa attività informativa, poco dopo, era possibile individuare un’autovettura sospetta perché completamente estranea al tessuto sociale, della quale venivano immediatamente diramate le ricerche. Nel primo pomeriggio, la pattuglia della Stazione di Pieve di Bono riusciva individuare l’autovettura sospetta nei pressi del comune di Tione, facendola accostare all’intero di una strada senza uscita, in modo da prevenire ogni tentativo di fuga. Sul posto giungevano immediatamente anche militari della Stazione di Madonna di Campiglio e della Stazione di Tione, nonché personale della Polizia Locale delle Giudicarie impegnati anch’essi nelle ricerche, procedendo alla identificazione completa dei due occupanti, un uomo di più di quarant’anni e una donna di poco più di vent’anni, entrambi di origine campana e con precedenti di polizia. Dato che i due non sapevano fornire una giustificazione credibile della loro presenza sul territorio, venivano portati presso la Caserma della Stazione Carabinieri di Tione, ove venivano sottoposti a perquisizione personale. Ebbene, proprio addosso alla donna, venivano rinvenuti ben 41 gioielli in oro composti da fedi, anelli, braccialetti e orecchini di cui la ragazza non sapeva fornire spiegazioni. A questo punto, grazie ad una minuziosa attività investigativa di ricostruzione del percorso fatto quella mattina dai due ragazzi si riusciva ad individuare l’abitazione di una anziana signora del posto alla quale i due avevano fatto visita. La donna, subito raggiunta dai militari operanti, confermava che effettivamente quella mattina era stata raggiunta da due persone in borghese che, dopo essersi qualificati come appartenenti all’Arma dei Carabinieri, le avevano riferito che la sua autovettura era stata vista fuggire da una via di Trento ove poco prima era stata commessa una rapina ai danni di una gioielleria e pertanto adesso avrebbe dovuto consegnare loro tutti i preziosi e monili in oro che aveva in casa al fine di escluderli dalla refurtiva di tale azione delittuosa. L’anziana, a quel punto, spaventata dalle possibili conseguenze penali che sarebbero potute derivare, consegnava loro gioielli e monili in oro per un valore di oltre 10.000 euro, sicura del fatto che, dopo aver mostrato tali monili al gioielliere e dopo aver accertato che non facevano parte del bottino, le sarebbero stati riconsegnati dai due finti Carabinieri.

Dopo le formalità di rito, i due ragazzi fermati venivano condotti in stato di arresto presso la Casa Circondariale di Spini di Gardolo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre all’anziana signora venivano immediatamente restituiti i preziosi che le erano stati sottratti con l’inganno. Ulteriori monili in oro non riconosciuti dalla vittima come propri e del valore apparente di circa 5.000 euro, venivano viceversa posti sotto sequestro al fine di risalire ai loro legittimi proprietari.