L'intervista
martedì 3 Gennaio, 2023
di Francesca Dal Rì
Dal rischio che le storiche concessioni idroelettriche dei Comuni finiscano in mano ai privati, al Parco fluviale Alto Noce, fermo da mesi senza una figura di coordinamento, passando per l’obiettivo di «uno sviluppo più omogeneo di tutto il territorio». Sul tavolo del presidente della Comunità della Val di Sole Lorenzo Cicolini ci sono svariati temi e oltre 13,66 milioni di euro di opere. Di queste, 1,6 milioni ricadono sotto la voce rifiuti: l’ammodernamento del Crm di Rabbi in frazione Pracorno (833.687,8 euro), l’ampliamento di quello di Malè (594.764,55 euro) e la realizzazione di un’isola ecologica a Marilleva (174.584,46 euro). La fetta più sostanziosa riguarda le ciclabili. In cantiere ci sono lavori per 11,66 milioni di euro tra opere già finanziate e risorse da reperire.
Da dove arrivano tutte queste risorse?
«In parte dal fondo strategico della Comunità: si tratta di fondi stanziati dalla Provincia ancora nella precedente legislatura. Per il resto, da un lato abbiamo presentato richiesta di finanziamento allo Stato, dall’altro ci rivolgeremo alla Provincia».
Su quali altri fronti siete impegnati?
«C’è il grande tema delle centrali idroelettriche che, pur riguardando solo alcuni Comuni, è un tema assolutamente trasversale, di valle: il Noce è di tutti».
C’è il pericolo che non sia più così?
«Come Comuni abbiamo già fatto fronte comune chiedendo alla Provincia che la gestione delle centrali idroelettriche rimanga in mano alle amministrazioni comunali per far sì che i benefici dello sfruttamento del Noce siano pubblici. Ma questo non basta per stare tranquilli: la situazione ci preoccupa perché le norme europee favoriscono la libera concorrenza, non il pubblico».
Avete già avuto un’interlocuzione con la Provincia?
«In parte. Sicuramente sarebbe auspicabile un confronto più stretto. La gestione delle concessioni è in mano alla Provincia e non possiamo permettere che, alla loro scadenza, le piccole derivazioni idroelettriche vengano messe all’asta: per i Comuni sarebbe un danno economico inimmaginabile».
Che ne è stato invece del Parco fluviale Alto Noce? Da mesi è tutto fermo…
«Non abbiamo ancora fatto la programmazione per il prossimo triennio, ci manca la figura di coordinamento. Abbiamo indetto un bando che scadeva a fine anno per sostituire la professionista che c’era prima, ma non si è fatto avanti nessuno. Ora decideremo come procedere».
Un altro tema provinciale è il via libera all’abbattimento dei cervi nel Parco dello Stelvio: cosa ne pensa?
«In qualità di vicepresidente del comitato di indirizzo del Parco posso dire che i dati scientifici dicono che ci sono troppi cervi. Nei settori lombardo e altoatesino del Parco i cervi vengono abbattuti da anni».
Dopo tre mandati da sindaco, come si sente nel ruolo di presidente della Comunità?
«All’inizio non volevo accettare questo ruolo: tra lavoro, Comune e famiglia diventava impegnativo. Ma i colleghi e tante persone della valle mi hanno chiesto di mettermi in gioco. Oggi posso dire che occuparsi di temi sovracomunali con una visione di lungo raggio è stimolante».
Qual è stata la parte che le è piaciuta di più in questi primi mesi?
«Occuparmi del sociale. Spesso i sindaci delegano questo tema: ho scoperto un mondo di persone bisognose, che peraltro riguarda la fetta più grande del bilancio della Comunità».
Durante la camminata solidale in Valle lo scorso novembre, ha detto che «rispetto alle situazioni di bisogno possiamo fare di più». Cosa significa?
«Siamo una valle che in passato ha avuto molti casi di suicidio: una situazione del genere ti porta a riflettere e a chiederti se hai fatto abbastanza. Non dobbiamo mai abbassare la guardia sul sociale».