Le origini
sabato 7 Gennaio, 2023
di Benedetta Centin
Anche in Trentino ci sono dei Vialli che piangono la scomparsa del campione, che hanno sperato e pregato fino all’ultimo che potesse avere la meglio su quella maledetta malattia, che potesse ribaltare l’esito della partita più importante, quella per la vita. Ma così non è stato. E non ci sarà quel tanto paventato incontro-pranzo allargato a tutti i parenti, da farsi in Trentino. Solo cartoline, email e autografi da tirare fuori da un cassetto, da rileggere e riguardare con un sorriso amaro.
Era stato lo stesso talentuoso attaccante a raccontare di avere radici trentine in un’intervista rilasciata a un giornale nazionale. La stessa intervista in cui aveva rivelato anche della sua malattia. «Siamo originari di Cles» aveva spiegato. Una sorpresa, per tanti. E infatti in pochi sapevano che il suo trisavolo Amedeo e il suo bisnonno Giuseppe, classe 1859, erano trentini. Nonesi di Cles. Ma Giuseppe si era poi trasferito altrove. Sposata Giulia Roboletti di Cremona si era spostato nella città lombarda. Dal matrimonio erano nati tre figli, uno dei quali, Nino, sarà il nonno del campione. Una parte della famiglia Vialli è comunque ancora a Trento. Come conferma Fabio Vialli, il cui padre era cugino del genitore dell’attaccante. «Non ho mai avuto il piacere di conoscere Gianluca ma di lui si parlava spesso tra noi parenti, tutti lusingati del fatto che fosse un ottimo calciatore, orgogliosi che facesse parte della nostra famiglia – racconta il trentino – c’era grande ammirazione nei suoi confronti come persona, uomo probo quale è stato, oltre che come campione sul campo». Pochi però i familiari trentini che hanno avuto il piacere di conoscerlo, di parlarci a tu per tu. «Mia figlia più grande, Giulietta, quando era adolescente aveva avuto degli scambi di email con Gianluca e so che aveva ricevuto anche una sua cartolina con l’autografo che conserva ancora, detto che ad oggi è ancora in contatto tramite Instagram con una cugina di Gianluca – prosegue il parente – e poi anche un mio cugino aveva avuto una corrispondenza epistolare con lui e aveva avuto la fortuna di incontrarlo di persona a Cremona». Ricordi, questi, da custodire gelosamente. Ora più che mai. «Avevamo sempre in programma di organizzare un incontro, un pranzo allargato a tutti i parenti, Gianluca compreso appunto, ma non siamo mai arrivati a farlo..- riferisce Fabio Vialli – E della sua malattia abbiamo appreso dalla stampa, confidando che potesse sconfiggerla ma purtroppo…».