Bambini
sabato 4 Febbraio, 2023
di Alessandro de Bertolini
Un paradiso di mezza montagna a 1.600 metri di quota, raggiungibile solo a piedi, con le ciaspole o con gli sci. È il laghetto di Tret, che troviamo d’inverno come una macchia bianca e silenziosa scorniciata da un margine di abetaie al confine tra il Trentino e l’Alto Adige. Siamo nei pressi di Passo Palade, nella val di Non di lingua tedesca, raggiungibile da Fondo in Alta Anaunia in direzione di Merano. Per la salita al lago ci sono tre itinerari alternativi, tutti facili, con un dislivello di circa 300 metri ciascuno. Le tre varianti hanno inizio lungo la strada di passo Palade tra i paesi di Tret e San Felice. La prima comincia sei chilometri dopo il paese di Fondo (giunti a Tret, si svolta a destra seguendo le indicazioni per località Le Plaze, dove si trova un parcheggio, alla partenza del sentiero). Il secondo si trova poco dopo, a otto chilometri da Fondo (giunti al paese di San Felice, si svolta a destra prendendo la segnaletica per il lago di Tret fino al parcheggio, dove prosegue la strada forestale). Il terzo si incontra poco oltre, a nove chilometri da Fondo (in località Lochmannbrücke, il parcheggio è posto sulla sinistra della carrozzabile, dove, dal lato opposto, inizia la salita per il lago di Tret).
Possiamo scegliere quello che preferiamo. Ma in inverno, l’itinerario che sale da San Felice è quasi sempre percorso da un piccolo gatto delle nevi che «batte» la via per malga San Felice, aperta nelle giornate di sabato e domenica con servizio di tavola di calda. Perciò è la scelta preferibile, soprattutto quando ci si muove con i bambini. Quest’anno ci sono già stato un paio di volte con gli sci, le pelli e i piccoli nel carretto. La prima volta con le prime nevicate. Poi la seconda verso la metà di dicembre, con temperature quasi primaverili (6-8 gradi al sole), che hanno fatto affiorare alcuni tratti di erba e sassi nei punti più assolati della strada.
Diretti verso il lago di Tret, il paesaggio che ci circonda è tra i più belli delle Alpi. Poche parole per descriverlo. È il prato pascolo arborato a larice: una forma di foresta coltivata molto diffusa in Tirolo e in altre località dell’Arco Alpino. Il bosco viene lasciato rado, con ampi areali liberi, dove in estate pascolano gli animali attorno a grandi larici. Così, la foresta «respira» e le comunità locali possono sfruttare il prato come risorsa per il pascolo, assieme al legname ottenuto tramite l’esbosco. La pratica prevede il taglio di abeti, pini e latifogli lasciando in piedi i larici, «i re della foresta». Per noi, tutto questo si traduce in una camminata tra ampie radure coperte di neve su pendii molto soleggiati. Ci muoviamo inoltre su un versante esposto a sud-ovest, quindi con grande irraggiamento nelle ore di media giornata e in quelle pomeridiane.
Salendo, procediamo sul confine tra le due province – Trento e Bolzano – passando senza accorgerci da un territorio all’altro. Il lago di Tret è in Alto Adige ma si trova a poche centinaia di metri dal Trentino. La aree forestali sono curate perlopiù della comunità sudtirolese di San Felice (così come la gestione dell’omonima malga), a eccezione di quelle più vicine al Comune di Tret, l’ultimo di lingua italiana, prima delle popolazioni tedescofone della Nonsberg. Superata la malga di San Felice, si prosegue per una decina di minuti fino al lago, dove si arriva con una brevissima discesa al termine della salita. Ora coperto di neve, il laghetto è percorso sul perimetro da un anello di circa 600 metri, di solito «battuto dalle peste» degli escursionisti con le ciaspole o dalle tracce degli scialpinisti.