Il report
mercoledì 11 Gennaio, 2023
di Francesco Terreri
Nel 2008, prima della crisi finanziaria, in Trentino lavoravano nel settore privato 72mila giovani da 15 a 34 anni, il 45% degli occupati totali dell’industria, dell’artigianato e del terziario. Complessivamente incassavano stipendi per più di 1 miliardo di euro: sembra una cifra enorme, ma divisa per 72mila fa un reddito medio lordo annuo di 14.300 euro. Un reddito basso perché nella media pesano i tanti precari, lavoratori e lavoratrici stagionali, a chiamata, a tempo parziale. Il reddito medio annuo dei lavoratori trentini era invece pari all’epoca a 18.656 euro.
Nel 2021, invece, gli occupati fino a 34 anni sono poco meno di 63mila, il 36% del totale dei lavoratori. Il numero dei giovani al lavoro è diminuito di 9.000 unità in tredici anni, pari ad un calo del 12,6%, nonostante gli occupati complessivi siano cresciuti dai 160mila del 2008 ai quasi 174mila del 2021.
C’è chi studia ancora, chi è emigrato o ha trovato occasioni all’estero, chi fa lavori di collaborazione o con partita Iva. Alcuni sono entrati nel settore pubblico, unico ambito in cui la presenza giovanile è in crescita, anche se rimane bassa. I 62.986 occupati da 15 a 34 anni ricevono in tutto una remunerazione di 915 milioni di euro, cioè di 14.530 euro lordi annui a testa, rispetto ad una media di tutti i lavoratori salita a 20.738 euro annui. In pratica un lavoratore o una lavoratrice giovane prendono mediamente 1.000 euro netti al mese. La stessa cifra del 2008.
I dati sono stati elaborati sulla base degli Osservatori dell’Inps sul lavoro dipendente. E mostrano che il calo demografico della popolazione giovanile (Il T di ieri) è già cominciato. Ma mostrano anche che in tutti questi anni i lavoratori e le lavoratrici under 35 non sono stati particolarmente valorizzati: è vero che da giovani bisogna fare la gavetta, come si usa dire, ma è anche vero che stanno arrivando sul mercato del lavoro coorti di ragazzi e ragazze mediamente più istruiti e più formati dei loro predecessori e questa maggiore preparazione nei redditi non si vede.
Nel dettaglio, secondo l’Osservatorio Inps sui lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo, il calo della quota di occupati giovani è stato quasi costante. Il 45% del totale del 2008 era già diventato il 41,4% nel 2010, il 38,4% nel 2012, fino ad un minimo del 35% nel 2016. Al di là delle dinamiche demografiche, lo scotto della crisi finanziaria del 2008-2013 lo hanno pagato soprattutto i giovani. Lo stipendio medio annuo sale un po’ fino ad un massimo di 14.751 euro nel 2012, ma non si schioda da questi livelli per tutto il periodo.
Nel 2020, l’anno della pandemia e delle misure restrittive di interi settori economici, il contraccolpo riguarda tutti gli addetti del settore privato. Gli occupati totali scendono di quasi 10mila unità, dai 173.453 del 2019 a 163.708, e il loro reddito medio annuo, pari a 20.092 euro, è del 3,7% inferiore al 2019. I lavoratori under 35 calano a 56.515, dai 62.876 dell’anno prima, arrivando al 34,5% del totale, con lo stipendio medio annuo di 14.048 euro, ai minimi di tutto il periodo.
Nel 2021 gli occupati complessivi tornano al livello pre-Covid ma i loro stipendi sono ancora un po’ sotto. I lavoratori e lavoratrici giovani risalgono a 62.986 unità, praticamente il livello del 2019, pari al 36,2% del totale, con un reddito medio che recupera fino a 14.530 euro.
I giovani non calano, invece, tra i lavoratori parasubordinati, i collaboratori e le partite Iva, dove i redditi sono spesso bassi e precari. Nel 2015 i parasubordinati in Trentino erano 16.128. Di essi, 2.367, cioè il 14,7%, erano giovani fino a 29 anni (il dettaglio per fasce di età non consente di scorporare il dato fino a 34 anni). Nel 2021 collaboratori e partite Iva sono scesi a 15.423, ma tra loro gli under 30 aumentano a 2.449, il 15,9%.
L’Osservatorio Inps sui lavoratori autonomi torna a confermare la diminuzione della fascia più giovane. Gli artigiani trentini passano dai 18.750 del 2012 ai 16.426 del 2021. I giovani artigiani fino a 34 anni scendono nello stesso periodo da 3.176, il 16,9% del totale, a 2.402, il 14,6%. I commercianti erano 20.303 nel 2012. All’epoca gli under 35 erano 3.395, il 16,7%. Nel 2021 gli operatori commerciali sono diminuiti a 18.626. Tra essi, i giovani sono scesi a 2.835, il 15,2%.
L’unico comparto in cui i giovani fino a 34 anni sono aumentati è il settore pubblico. Secondo l’Osservatorio Inps dei lavoratori pubblici, nel 2014 i dipendenti di Provincia e altri enti locali e statali erano 48.955, con uno stipendio medio annuo di poco più di 30mila euro lordi. Di essi 5.822, pari all’11,9%, avevano fino a 34 anni e prendevano 21.800 euro lordi annui. Nel 2021 i lavoratori pubblici salgono a 52.212, con stipendi intorno a 30.500 euro annui. Tra loro, i giovani under 35 aumentano a 8.514, il 16,4% del totale, 2.700 in più di sette anni prima. Ma gli stipendi medi sono in calo a 21.200 euro.