politica
giovedì 12 Gennaio, 2023
di Redazione
Il premier Meloni ieri è finita nella bufera per il mancato taglio delle accise sui carburanti, promesso nel programma elettorale e in un suo video del 2019 e per il mancato rinnovo dello sconto garantito dal governo Draghi solo fino al 31 dicembre. I prezzi di benzina e gasolio da una decina di giorni quindi sono tornati a livelli altissimi (1,8 euro e quasi 2 in autostrada) e anche le misure messe in campo negli ultimi giorni (più controlli della finanza) non hanno sortito effetti esaltanti: sconti appena di un centesimo. In un video ieri la prima ministra si è difesa: «Quel video non a caso è del 2019 – ha detto in riferimento a un filmato postato sui suoi social in cui si scandalizzava per le accise altissime alla pompa di benzina -, ma negli ultimi due anni il mondo è cambiato. Infatti nella scorsa campagna elettorale io non ho promesso di tagliare le accise perché conoscevo la situazione economica ed ero consapevole della realtà». Ma ad esempio Repubblica l’ha smentita, andando a recuperare il programma elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre. Nel prosieguo del video Meloni ha poi spiegato quanto sarebbe costato il taglio delle accise e come invece decidendo di non prorogare la misura di taglio temporanea e in scadenza, fatta dal governo Draghi, il suo governo abbia deciso di usare in modo mirato quell’introito per aiutare chi ha bisogno. «Sono ancora convinta che sarebbe ottima cosa tagliarle, ma dal 2019 ad oggi il mondo è cambiato, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte» ha spiegato. Secondo Meloni un nuovo taglio delle accise sarebbe stato troppo oneroso per le casse dello Stato. «Invece di spalmare 10 miliardi abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale», ha detto. «Ci dicono che abbiamo sbagliato i calcoli – ha aggiunto – io ho sentito di tutto, io il prezzo della benzina lo sto monitorando. Il dato che è stato pubblicato sul sito ministero Made in Italy era 1,812 euro al litro, un prezzo che ci piacerebbe più basso però quanto cambia rispetto a quello vissuto negli anni precedenti. Io non ricordo negli anni precedenti le campagne di questi giorni. Poi ci sono le storture e bisogna intervenire». «La gran parte dei benzinai – ha affermato il presidente del Consiglio – è onesta e responsabile e a tutela loro dobbiamo intervenire. In Cdm abbiamo deciso di rafforzare le norme sanzionatorie per chi non adempie alle comunicazioni previste dalla legge e abbiamo stabilito che ogni benzinaio esponga il prezzo medio giornaliero». «Sono fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale, non temporaneo delle accise – ha concluso -, ma questo necessita di una situazione diversa, di rimettere in moto la crescita economica di questa nazione, perché per fare alcune cose servono le risorse».
«Sulla riduzione strutturale delle accise si tratta di una misura di legislatura da valutare con attenzione sulla base dell’andamento dei conti pubblici e sulla base del riordino complessivo», che questa maggioranza ha in cuore di fare, «delle misure fiscali» è intervenuto ieri il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto nel corso del question time in Aula alla Camera.
«Le scelte effettuate dal governo – ha concluso Pichetto – vanno nella direzione di tutelare il più possibile i cittadini e le imprese, e di monitorare costantemente l’andamento dei prezzi, al fine di adottare ogni misura necessaria qualora emergesse la necessità di intervenire tempestivamente».
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