Bambini
mercoledì 18 Gennaio, 2023
di Carlo Martinelli
Anna Sarfatti è una delle voci più attente e sensibili della letteratura per ragazzi. È nata e vive a Firenze, dove ha insegnato nella scuola primaria e in quella dell’infanzia. Scrittrice di libri per bambini, ma anche di saggi e articoli in ambito pedagogico e didattico, impegnata nella ricerca di percorsi e strumenti per promuovere la cultura dei diritti e della cittadinanza attiva tra i bambini. Ha pubblicato gli albi Se vuoi la pace e Come stai, fiume?, il romanzo Capitombolo sulla terra, oltre a numerosi altri titoli. Oggi, a pochi giorni dal Giorno della Memoria — e chi, più dei giovani, ha bisogno di fare tesoro della memoria? — esce il suo nuovo romanzo, ispirato alle vicende della sua famiglia, vittima delle leggi razziali durante il regime fascista.
Il nido del tempo (Giunti, 208 pagine, 19 euro, illustrazioni di Marco Marella, lettura indicata a partire dai 10 anni) è una storia vera, intima e universale al tempo stesso, che ripercorre con ostinata grazia una delle pagine più nere
della storia: la Shoah e i suoi esuli. Un ricordo d’amore capace di attraversare il tempo, un gioco di infanzia che diventa, che resta, esso stesso infanzia. Margherita gioca nelle «Mozzafiato», la squadra di calcio femminile del suo paesino in Toscana e ha una grande passione che ha ereditato dal nonno: lavorare il legno. A scuola va così e così, soprattutto in inglese, e sta prendendo malissimo la separazione dei suoi genitori. Va pazza per gli smalti strani e la sua migliore amica è Aziza, compagna di squadra bullizzata per il suo look vecchio stile e la sua linea non perfetta.
Lisa è stata una ragazzina come loro, molti, molti anni prima, ha dovuto affrontare il dramma della discriminazione attuata dal regime fascista contro gli ebrei con le leggi razziali e, successivamente, con la persecuzione. Una violenza che ha significato per lei l’esilio della sua famiglia e una tragedia che le si è bloccata nel cuore. Adesso è una vecchia signora che talvolta dà ripetizioni di inglese ai ragazzi in difficoltà come Margherita. Le loro strade si incontrano e un’antica casa delle bambole farà da tramite tra le due generazioni, per preservare la memoria e ritrovare in questa condivisione conforto e fiducia.
Anna Sarfatti firma anche la prefazione della nuova edizione del Diario di Anne Frank che Giunti manda in libreria oggi (432 pagine, 18 euro). Una nuova traduzione dall’olandese, attenta a rendere l’immediatezza e la spontaneità della lingua, curata da Franco Paris. L’edizione cerca di rendere comprensibili graficamente i vari strati di scrittura e di riscrittura che Anne operava sui suoi diari. Si è voluto così rendere il più possibile riconoscibile l’aspetto «estetico» del diario, pieno di ritagli, foto, lettere. A questo scopo, quando consentito dall’impaginazione, è stata utilizzata la scrittura a mano in corsivo per riprodurre gli inserti con cui Anne occupò, successivamente, spazi e pagine lasciati bianchi durante la scrittura. Lo stesso stile è stato utilizzato per le date. Per suo gusto, inoltre, Anne volle differenziare con caratteri in stampatello alcuni brani: per rendere graficamente questo tratto stilistico si è scelto, solo in alcuni casi per esigenze di impaginazione e leggibilità, di utilizzare la scrittura in stampatello a mano. Alcune delle lettere scambiate con i familiari, inoltre, sono state riprodotte come fogli incollati sulle pagine (come in certi casi Anne effettivamente fece). Occorre dirlo? Il diario della ragazzina di Amsterdam è uno di quei libri da tenere sempre in casa. Testimonianza senza pari che illumina chi non si arrende alla brutalità di cui la Shoah è l’atroce simbolo.