La tragedia
mercoledì 25 Gennaio, 2023
di Redazione
È stata recuperata questa mattina la salma della scialpinista deceduta ieri dopo essere stata travolta da una valanga nel gruppo del Lagorai. Il recupero è avvenuto tramite l’elicottero con il verricello, con il supporto degli operatori della Stazione Bassa Valsugana del Soccorso Alpino. La salma è stata elitrasportata in Val Campelle e affidata al carro funebre.
Il programma era quello di un’escursione in Val Orsera, laterale della val Campelle, nel Lagorai, ma il percorso nevoso solcato dagli sci d’alpinismo dei due sarebbe stato di appena uno, forse due chilometri. Poi il silenzio è stato squarciato dalla colata di neve che si è mossa nella direzione dei due. La valanga è franata loro addosso da un momento all’altro. Arianna Sittoni, barista di 30 anni di Pergine Valsugana, travolta in pieno, non è sopravvissuta. Ridotto in gravissime condizioni Guido Trevisan, 46 anni, anche lui di Pergine, gestore della vicina malga rifugio Caldenave da cui era partito poco prima con l’amica. Erano le 16 di ieri quando la moglie dell’uomo ha dato l’allarme al numero unico per le emergenze 112, preoccupata perché non era in grado di mettersi in contatto telefonico con il compagno, che sapeva di dover andare a prendere i bimbi a scuola. Un perdurante silenzio come un terribile presagio.
La segnalazione era appunto di due persone che avrebbero dovuto fare un’uscita con gli sci d’alpinismo partendo appunto della struttura in gestione a Trevisan (che si trova a quota 1.792 metri nel Lagorai). A stretto giro si sono mossi i soccorsi per raggiungere la zona a monte del rifugio Caldenave, a valle della Forcella Ravetta, a una quota di circa 2.100 metri. Date le circostanze è stato fatto alzare in volo l’elisoccorso con il tecnico a bordo, l’unità cinofila del soccorso alpino di turno al nucleo elicotteri e due operatori della Bassa Valsugana che sono stati calati con il verricello sul posto. Ma poi il meteo è peggiorato e le squadre di soccorritori delle stazioni della Bassa Valsugana, Levico, Tesino e Pergine hanno raggiunto il luogo dell’incidente via terra, anche con il supporto dei vigili del fuoco, per un tratto con quad e motoslitte e poi con gli sci di alpinismo.
la sentenza
di Redazione
I giudici popolari hanno riconosciuto il 31enne colpevole di tutti reati contestati dalle pm: omicidio volontario con tre aggravanti (aver ucciso la convivente, con premeditazione e per aver agito con crudeltà), interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere con l’aggravante di averlo commesso per coprire l’omicidio