Economia
domenica 29 Gennaio, 2023
di Francesco Terreri
Alla fine la stangata è stata molto vicina al miliardo di euro. Nel 2022 le famiglie trentine hanno pagato per le bollette di luce e gas 487 milioni di euro, quasi il doppio del 2021 quando il conto era stato di 250 milioni. Le imprese invece hanno dovuto versare oltre 1 miliardo 200 milioni. Questa volta siamo a più del raddoppio: l’anno prima la bolletta delle aziende si era attestata a circa 535 milioni. In tutto consumatori e settori produttivi hanno pagato 1 miliardo 700 milioni. L’aggravio è stato di oltre 900 milioni, il 117% in più cioè, appunto, più del doppio. La piccola consolazione è che, proprio in questi giorni, scatta l’estensione del bonus sociale per luce e gas, l’aiuto nazionale che arriva direttamente in bolletta alle famiglie con reddito più basso o numerose: dai 25mila beneficiari precedenti, da noi si salirà a circa 30mila destinatari, cinquemila in più (vedi box).
I conti li ha fatti l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Rispetto al 2021, l’anno scorso le famiglie e le imprese italiane hanno subito un aumento dei costi a causa dei rincari delle bollette di luce e gas stimato in 91,5 miliardi. Se le spese per l’energia elettrica sono aumentate del 109%, provocando un extracosto pari a 58,9 miliardi, quelle del metano sono cresciute del 126% per cento, alleggerendo il portafoglio degli italiani di 32,6 miliardi. La stangata ha colpito più le imprese che le famiglie. I settori produttivi hanno pagato 61,4 miliardi in più, i consumatori invece circa 30 miliardi.
Tra le regioni, il Trentino Alto Adige vede più di un raddoppio della bolletta complessiva, che passa da 1 miliardo 675 milioni nel 2021 a 3 miliardi 656 milioni nel 2022, con un aggravio di quasi 2 miliardi. Tra le province, Trento, come detto, paga 1,7 miliardi mentre l’esborso di Bolzano è pari a poco meno di 2 miliardi. Il costo supplementare pagato dalle imprese in regione è di 1 miliardo e mezzo, mentre 459 milioni è l’ammontare dei rincari per le famiglie.
D’altro canto, ricordano gli Artigiani di Mestre, non va dimenticato che lo Stato ha incassato 44,5 miliardi in più. Certo, a causa dell’aumento dell’inflazione anche il settore pubblico ha subito l’impennata della spesa. Nel frattempo, però, l’incremento del gettito riscosso è stato molto importante. Rispetto allo stesso periodo del 2021, nei primi undici mesi dell’anno scorso le entrate tributarie erariali sono aumentate di 44,5 miliardi, sia a seguito della fine delle proroghe e sospensioni dei pagamenti del periodo della pandemia, sia, soprattutto, per l’incremento dei prezzi al consumo che hanno spinto all’insù il gettito dell’Iva. Va ricordato che i nove decimi del gettito fiscale in Trentino, come in Alto Adige, torna nelle casse delle Province autonome, che beneficiano quindi di questi incrementi di gettito.
A seguito dei rincari dei prodotti energetici, sottolinea poi l’Ufficio studi della Cgia, non tutti ci hanno rimesso. Molte aziende energetiche nel 2022 hanno registrato un aumento dei ricavi spaventoso. Per questa ragione il governo Draghi ha provveduto a istituire il contributo di solidarietà che doveva consentire alle casse dello Stato di incassare da questa misura complessivamente 10,5 miliardi. Dopo il saldo del 30 novembre scorso, invece, l’erario ha ricevuto solo 2,7 miliardi, tra cui i pagamenti di Dolomiti Energia e di altre aziende trentine del settore. Pertanto, tra i 44,5 miliardi di extragettito incassati provvisoriamente in più nei primi undici mesi del 2022, mancano all’appello altri 7,8 miliardi. La Corte dei Conti ha cercato di individuare le ragioni di questo flop segnalando, tra le criticità, l’identificazione dei soggetti a cui si applica il contributo, le modalità di determinazione della base imponibile, i possibili problemi di costituzionalità del tributo, la sua indeducibilità ma anche la sua possibile traslazione sul consumatore finale. L’Agenzia delle Entrate nei prossimi mesi avvierà controlli mirati sugli extraprofitti realizzati dalle grandi aziende energetiche.
Tra le misure messe in campo dal governo Draghi e quelle previste nel decreto Aiuti quater approvato dall’esecutivo Meloni, famiglie e imprese italiane hanno ricevuto nel 2022 attorno ai 70 miliardi di aiuti contro il caro bollette. Pertanto dell’aumento in capo a famiglie e imprese dovrebbero rimanere, al netto degli aiuti, circa 20 miliardi. L’importo però, sostiene la Cgia, è puramente teorico perché le imprese hanno utilizzato solo la metà degli aiuti messi a disposizione.
L’Ufficio studi degli Artigiani ricorda infine che ora i prezzi dell’energia sono in calo, facendo pensare che il peggio sia alle nostre spalle. Dal prezzo medio dell’energia elettrica di 303 euro per megawattora nel 2022, nei primi 26 giorni del 2023 la media del prezzo è scesa a 176 euro. Sul versante del gas, dai 123 euro medi dell’anno scorso, ora si viaggia sui 68 euro. Importi comunque superiori anche di tre volte rispetto a quelli di inizio 2021.
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