la stretta

sabato 18 Febbraio, 2023

Imprese disperate per lo stop ai crediti. La Cgil valuta scioperi: «A rischio 100mila posti»

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La stretta sul Superbonus mette in allarme le associazioni di categoria. Attesa per il vertice di lunedì con il governo ma si chiedono modifiche

É scontro aperto sulle misure varate giovedì a sorpresa dal Consiglio dei Ministri sul tema dei bonus edilizi, con lo stop alla cessione dei crediti per banche e imprese e il divieto per la Pubblica amministrazione di acquistarli. «Chiediamo al governo di cambiare idea, altrimenti con i nostri amici di Cisl e Uil valuteremo lo sciopero generale degli edili italiani», sottolinea a LaPresse Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea-Cgil, per cui sono a rischio «tra gli 80 e i 100mila posti di lavoro», ma anche «gli obiettivi Onu e Ue sulla sostenibilità ambientale». Inoltre, aggiunge Genovesi, «se le imprese del settore falliscono, non potranno partecipare agli appalti per il Pnrr».
Anche Federcostruzioni-Confindustria è critica delle misure, con la presidente Paola Marone che attacca il governo: «Così facendo si distruggono imprese di costruzioni, professionisti e famiglie». Legacoop solleva poi l’allarme su un possibile «blocco improvviso dei cantieri con serie conseguenze per la tenuta di imprese e posti di lavoro». Ma ieri hanno preso parola anche Confcommercio, che sollecita «un confronto urgente tra governo ed associazioni di categoria», anche in considerazione «del ruolo determinante svolto dalla filiera dell’edilizia per la messa terra del Pnrr», e Confartigianato, che per via del presidente Marco Granelli invita a «riattivare un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici». E proprio sul tema ambientale si concentra invece Francesco Ferrante, ex senatore e vicepresidente del Kyoto Club, per cui «tagliare tutte le detrazioni fiscali in edilizia va contro le decisioni europee, contro la crisi climatica e contro le tasche dei cittadini che oggi pagano bollette assai care». Ne fa un tema di natura strettamente finanziaria il viceministro al Mef, Maurizio Leo, rimarcando che «si doveva intervenire per arginare una situazione abnorme con 110 miliardi per il Superbonus che gravavano sulle casse dello Stato. Lo abbiamo fatto attraverso un intervento mirato a evitare che gli enti locali potessero acquistare questi crediti generando ulteriori difficoltà nei loro bilanci. Anche i mercati ci avrebbero creato grandi problemi. Siamo pronti a incontrare le associazioni di categoria e i professionisti per cercare nuove soluzioni perché abbiamo a cuore le esigenze delle imprese».
Per lunedì è stato convocato un vertice con le associazioni a Palazzo Chigi ma nel frattempo ieri Forza Italia ha chiesto di modificare il dl, «evitare un voto di fiducia» e avviare un tavolo coinvolgendo anche le categorie.