italia
mercoledì 15 Marzo, 2023
di Redazione
Sulle case green ieri è arrivato il via libera dell’Eurocamera alla cosiddetta direttiva per l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa che impone la classe energetica «D» per tutti entro il 2033. La luce verde della Plenaria è arrivata con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti. Il testo è stato emendato dal Parlamento europeo in più parti, ma ha visto contraria soprattutto l’Italia. Secondo il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin infatti si tratta di un «testo insoddisfacente, ci difenderemo».
«Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali – ha spiegato -. Manca però in questo testo una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ’bene rifugio’ delle famiglie italiane. Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica è stato un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese». «In queste condizioni – ha invece commentato il capodelegazione di FdI-Ecr Carlo Fidanza -, si prospetta una vera e propria ’patrimoniale mascherata’ ai danni dei cittadini».
I deputati sostengono però che i piani nazionali di ristrutturazione prevedano regimi di sostegno per facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti. Gli Stati membri dovranno allestire punti di informazione e programmi di ristrutturazione neutri dal punto di vista dei costi. I regimi finanziari dovranno prevedere un premio cospicuo per le cosiddette ristrutturazioni profonde. Tra le deroghe, la nuova normativa non si applica ai monumenti, e i Paesi Ue avranno la facoltà di escludere anche edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potranno inoltre estendere le esenzioni anche a edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche. Agli Stati membri sarà consentito, per una percentuale limitata di edifici, di adeguare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.
Il Pd ha espresso «soddisfazione – dice il capodelegazione degli eurodeputati dem Brando Benifei – per il voto sulla prestazione energetica nell’edilizia, testo chiave del pacchetto Fit for 55. La plenaria approva un nostro emendamento dall’importanza davvero cruciale, che vincola la Commissione a presentare una relazione sull’avanzamento della direttiva e presentare strumenti aggiuntivi, tra cui sufficienti risorse finanziarie, per la transizione». Anche Patrizia Toia promuove il provvedimento: «Sull’efficientamento energetico degli edifici è meglio ottenere finanziamenti e deroghe, come abbiamo fatto noi eurodeputati Pd, che sbandierare la propria opposizione, come fa la destra, per poi subire le normative europee senza poterle modificare».