la cattura
mercoledì 19 Aprile, 2023
di Tommaso di Giannantonio
L’orsa entra nella gabbia a tubo e, ingolosita, afferra un sacchetto di mele. Si tratta dell’esca alimentare posizionata dai forestali. Quel boccone fa scattare lo sportello a ghigliottina sulla parte posteriore: il plantigrado è in trappola. Così, lunedì sera, intorno alle 23, è stata catturata Jj4, l’esemplare che ha aggredito e ucciso il giovane runner Andrea Papi lo scorso 5 aprile, a Caldes. L’orsa si trovava in val Meledrio, nei boschi sopra Dimaro, con i suoi tre cuccioli. Due dei quali sono rimasti intrappolati nella gabbia e poi, una volta sedata la mamma, liberati nel bosco. L’orsa, invece, è stata rinchiusa al recinto del centro faunistico del Casteller la stessa notte. «Anche nelle fasi delle ricerche l’animale ha manifestato una grande pericolosità — ha spiegato ieri mattina in conferenza stampa Raffaele De Col, dirigente generale del Dipartimento foreste e fauna della Provincia — Il corpo forestale ha manifestato una competenza altrettanto grande».
«Fototrappole e cartelli distrutti»
Già da diversi giorni i forestali avevano stabilito un contatto visivo con l’orsa, che da Caldes si era spostata in val Meledrio. Nella zona erano state piazzate due gabbie a tubo. «Per ricostruire esattamente gli spostamenti abbiamo utilizzato le fototrappole — ha detto De Col — Per far capire la pericolosità, sentendo il contatto con l’uomo, l’orsa è riuscita a distruggere anche alcune fototrappole e, in un caso, si è cibata dei cartelli di segnalazione». Un meccanismo apparentemente elementare ha portato l’esemplare nella trappola. «Per tutte le catture di questo tipo è previsto l’impiego di un attrattivo alimentare — riferiscono dal corpo forestale — L’orso è un animale con un grandissimo olfatto e riesce a percepire gli odori anche da lontano». In quella stessa area, però, gravitano altri 20 esemplari. «Se avessimo usato degli attrattivi molto potenti o una terza trappola avremmo rischiato di attrarre altri esemplari — aggiungono — Bisogna riconoscere che le persone che hanno allestito questo sistema hanno fatto un lavoro di fino».
Catturata con i cuccioli
Prima di entrare nella gabbia, l’orsa ha preso confidenza con l’ambiente circostante. «Nei giorni scorsi in una delle trappole a tubo aveva avuto già due avvicinamenti, poi avevamo perso le tracce», ha ricostruito De Col. Lunedì sera, infine, Jj4 ha fatto il suo ingresso nel «tubo», «in un’area di mezza montagna, vicino al torrente Meledrio». L’orso è prevalentemente vegetariano. Le mele, in particolare, sono la frutta maggiormente utilizzata e apprezzata, ma anche il mais. In questo caso è stato utilizzato un sacchetto di mele. «Il sacchetto — spiegano — è collegato a un filo che fa scattare il meccanismo della trappola: il sacchetto tirato dall’orso attiva sulla parte posteriore una sorta di ghigliottina che cade rapidamente e blocca l’animale all’interno».
La segnalazione è arrivata intorno alle 23 alla squadra cattura dei forestali. Nella trappola l’orsa era accompagnata da due dei suoi tre cuccioli. «Una volta catturata, il personale veterinario ha praticato un’anestesia con il lancio di un dardo narcotizzante — raccontano i forestali — Quando gli operatori si sono accertati che l’orsa era sedata è stato aperto il portellone per far uscire i due cuccioli».
Il viaggio fino al Casteller
Il carrello della trappola è stato quindi agganciato ad uno dei mezzi dei forestali. E alle 2 di notte l’orsa è arrivata al Casteller. «Qui l’orsa è stata svegliata con un antidoto — spiegano — Secondo una stima dei veterinari pesa circa 150 chili ed è in buone condizioni di salute. Ha già preso confidenza con il settore riservatole». L’orsa seguirà una dieta prevalentemente vegetariana. «Quindi tanta frutta, soprattutto mele addizionate con mais e a volta con carne di animali investiti». Di solito mangiano una volta al giorno.
Abbattimento con cocktail di farmaci
Ora se il Tar di Trento dovesse dare il via libera all’abbattimento, «si procederà con l’eutanasia — ha concluso De Col — È lo strumento che arreca meno sofferenza. Non esiste l’idea dello sparo cruento, se non in occasioni di immediato pericolo». Un cocktail di farmaci letale potrebbe quindi segnare la fine di Jj4.
l'incontro formativo
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