politica
martedì 25 Aprile, 2023
di Tommaso di Giannantonio
Si dichiara antifascista: «Parla la mia storia, da autonomista e leghista dei primi tempi». La Festa della Liberazione è «una manifestazione che parla di libertà e democrazia: una manifestazione di tutti». Il governatore trentino Maurizio Fugatti sposa la linea della Lega nazionale, che si è smarcata dalle dichiarazioni contrastanti di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia. Ancora alleati in Trentino? «Si troverà la quadra», corregge il tiro dopo le sue di dichiarazioni. Anche se sull’orso «sento molte chiacchiere».
Presidente, perché ha deciso di partecipare al corteo istituzionale che toccherà i luoghi simbolo della Resistenza?
«Io avevo già partecipato in passato. Penso che sia una manifestazione che parla di libertà e democrazia. Una festa di tutti, che non deve avere una caratterizzazione di parte, anche se sappiamo tutti la storia del 25 aprile».
Nel 2018 aveva partecipato da candidato presidente, poi dopo le elezioni, nel 2019, al suo posto, andò il vicepresidente Mario Tonina. Nei primi due anni di pandemia solo la presenza istituzionale a Palazzo Geremia e poi nel 2022, quando è tornato il corteo, è andato di nuovo Tonina. Qualcuno potrebbe pensare che la presenza di quest’anno sia solo elettorale.
«La mia storia non ha legami contrari al 25 aprile. Non devo giustificare niente a nessuno: la mia è la storia di un autonomista e di uno che ha la tessera della Lega dal 1993. E per il Trentino questa ricorrenza ha anche un altro significato».
Cioè?
«Credo che la storia dei regimi centralisti non abbia mai fatto bene all’autonomia. Il fascismo aveva messo in discussione l’autonomia dei territori. È vero che il Trentino aveva anticipato forme di autogoverno, ma è un dato di fatto che il nostro statuto di autonomia sia arrivato alla fine della Seconda guerra mondiale, alla fine del regime fascista. Al di là delle riflessioni nazionali, in Trentino dobbiamo leggere il 25 aprile anche sotto questa ottica».
Si dichiara antifascista?
«Ricordo ancora che io mi sono iscritto alla Lega nel 1993, quando avevo 21 anni, e allora, lo disse Bossi, la Lega era fortemente antifascista. Io non ho nulla a che vedere con il fascismo. Parla la mia storia. E chi ha a cuore l’autonomia dei territori sa bene che il periodo fascista non ha concesso spazi».
Come giudica le dichiarazioni e le scelte di alcuni politici nazionali sul 25 aprile? Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, esponente di Fratelli d’Italia, ha detto che «l’antifascismo non è nella Costituzione».
«Non entro nel merito delle vicende nazionali».
Gli esponenti locali di Fratelli d’Italia diserteranno le celebrazioni. Cosa ne pensa?
«Non lo so se parteciperanno o no. Noi della Lega partecipiamo».
Farebbe un appello a tutto il centrodestra a festeggiare il 25 aprile con spirito unitario, all’insegna dell’antifascismo?
«Credo che questi valori siano condivisi all’interno della nostra coalizione, a prescindere dalla partecipazione».
Nei giorni scorsi a chi le ha chiesto di commentare i distinguo degli alleati sulla gestione dell’orso, in particolare Alessandro Urzì e Giacomo Bezzi di Fratelli d’Italia, ha risposto secco: «Alleati? Non mi risultano che siano tali». Li ritiene fuori dalla coalizione quindi?
«Mi riferivo al tema del candidato presidente uno (lo stesso Fugatti, ndr) e il candidato presidente due (Francesca Gerosa di Fratelli d’Italia, ndr). Dopodiché tutti sappiamo che si troverà la quadra».
Si raggiungerà un’intesa con FdI per le elezioni provinciali di ottobre?
«Sicuramente».
Però FdI ha lanciato qualche stoccata sulla gestione dell’orso. Urzì, commissario di FdI in Trentino Alto Adige, ha proposto la castrazione chimica e un rifugio in Romania, ma ha detto che la giunta provinciale preferisce fare tutto da sola. Perché non l’ha chiamato?
«Sulla gestione dell’orso ci confrontiamo tutti i giorni con gli enti con i quali ci dobbiamo confrontare, quindi Ispra e ministero dell’Ambiente. E comunque noi chiediamo la disponibilità per decine di esemplari: questo abbiamo chiesto al ministero. Il problema non è trovare una o due strutture, perché in passato ci siamo già riusciti. Il problema è avere la disponibilità per decine di esemplari».
Su questo, ieri mattina, ha discusso il tavolo tecnico formato da ministero dell’Ambiente, Ispra e il servizio Cites (carabinieri forestali). Ci sono novità?
«Questo significa che stanno lavorando e che le rassicurazioni sono vere, ma non ho mai avuto dubbi su questo. In questo momento si sta cercando chi è disposto ad accogliere gli orsi, dopodiché partiranno le valutazioni tecniche. Vogliamo continuare ad essere ricordati come quelli che risolvono i problemi, non che li creano. Perché gli ambientalisti non chiedono ai loro presidenti di Regione il motivo per cui non li vogliono?».
Sono quasi tutti suoi colleghi di partito, dal governatore veneto Luca Zaia a quello lombardo Attilio Fontana.
«Li capisco, perché dovrebbero mettere a repentaglio la sicurezza dei loro cittadini?»
La sua competitor Francesca Gerosa, candidata presidente di Fratelli d’Italia, ha organizzato un incontro tra Lav, Wwf, veterinari, Confcommercio, Confesercenti e associazione agriturismi: si riuniranno giovedì per ragionare sulle possibili soluzioni nella gestione dell’orso. Parteciperà?
«Non mi compete. Io devo partecipare ai tavoli istituzionali e non a quelli politici. La giornata del presidente, comunque, è molto complessa. Vorrei vederli in uno degli ultimi venti giorni che ho trascorso. Bisogna viverle le situazioni, qui tutti chiacchierano».
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