L'intervista
venerdì 10 Maggio, 2024
di Gabriele Stanga
«Questo rock è troppo heavy per te, questo disco è troppo difficile, continua a lamentarti e io alzo il volume», lo scrivono i Mutonia nel loro brano «Musica Pesante», una delle dodici tracce contenute nell’ultimo album della band «Malessere». Suoni crudi e distorti, gran cassa martellante, riff di chitarra che richiama un po’ «Song 2» dei Blur ma in maniera più cattiva e soprattutto quella voce graffiata, immediatamente riconoscibile. Ci sono tutti gli ingredienti che nel 2021 erano riusciti a conquistare Manuel Agnelli e il pubblico di X Factor, prima con una riuscitissima cover di Adele (una «Rumour has It» per certi versi anche migliore dell’originale) e poi con brani originali dall’identità ben definita, come il singolo Rebel. A questi elementi si è aggiunta la riscoperta della lingua italiana (in realtà un piacevolissimo ritorno per il gruppo), la consapevolezza e l’attitude giusta già c’erano ben prima del talent show, dato che i Mutonia calcano i palchi di tutta Italia ormai da 15 anni. E lo dimostra anche il successo del tour del disco «Malessere», con oltre quaranta date in giro per la penisola e altre che ancora vanno aggiungendosi alla lista. E dopo la data di ieri sera al locale Batzen Sudwerk di Bolzano, il «Malessere Tour» passerà anche dal Trentino. L’appuntamento è fissato per questa sera alle 21.30 al ristorante birreria Al Canyon di Fondo. A suonare in apertura ci saranno gli Ammo, band bolzanina, che presenterà per l’occasione il nuovo disco. Il concerto sarà, inoltre, l’evento conclusivo della stagione concertistica congiunta dell’ormai ex Pub America e del ristorante al Canyon, che dal 24 marzo si sono uniti a formare un’unica realtà. In attesa del live, Matteo De Prosperis, in arte Prostin, cantante dei Mutonia ha raccontato al «T» le ultime tappe del percorso musicale della band.
Partiamo dal «Malessere Tour»: qual è il bilancio fin qui e ci sono novità particolari per la data in Trentino?
«Per noi questa è la quarantesima data del tour, e ne seguiranno altre quindici. Abbiamo mantenuto la scaletta del disco così come è stato rilasciato. “Malessere” è un album che è stato accolto molto bene, a ogni concerto le persone potevano ascoltare i brani in italiano e noi abbiamo avuto modo di vedere le reazioni dal vivo».
Da dove deriva la scelta di cambiare lingua e quanto ha pesato il lavoro fatto con Manuel Agnelli ad «X Factor» sul passaggio dall’inglese all’italiano?
«In realtà per noi è un piacevole ritorno. Avevamo pubblicato il nostro primo disco interamente in italiano nel 2011. Certamente il lavoro con Manuel ha aiutato».
Qual è stata la genesi del disco?
«Lo abbiamo “vomitato” alla fine del Tour del 2022. “Malessere” è sicuramente il brano che fa da fulcro al tutto. L’evoluzione tecnologica ci ha portati a un punto per cui viviamo al top ma abbiamo un male dentro di noi. Ci sono tanti input e pochi output. C’è un mal di vivere che si esprime su tutte le età».
Avete anche registrato il brano «Tutta fortuna» da Luca Vicini dei Subsonica, che rapporto avete instaurato con lui?
«Luca è stato il quarto membro della band, si è divertito e ha inserito la sua voce nel pezzo. Si è creato un bellissimo rapporto con lui. Con Manuel, invece, dopo “X Factor” abbiamo registrato il singolo “Baby”. Abbiamo lavorato tanto sul testo con lui, che è un grandissimo paroliere e sulla musica con Rodrigo D’Erasmo (violinista degli Afterhours ndr)».
E come avete conosciuto gli Ammo, invece?
«Ci siamo conosciuti sui social qualche anno fa, poi hanno suonato dalle nostre parti e siamo entrati in contatto di persona. Così si è creato un bel legame umano che è proseguito nel tempo e ci ha portato anche a suonare qui in Trentino. Unirsi aiuta la crescita del panorama musicale rock in Italia, stiamo facendo un lavoro di semina che magari non saremo noi a raccogliere. Penso però che sia fondamentale incontrarsi, condividere e creare coesione all’interno della scena rock in Italia».
Di recente sui social avete pubblicato un video un po’ polemico nei confronti di Amadeus che sosteneva non ci fossero rock band nella penisola.
«Ad Amadeus sono state proposte realtà musicali che non comprendevano il nostro genere ma in Italia ci sono tanti artisti rock. Questa cosa suona come una dittatura da parte delle major, 19 su 20 artisti proposti erano interpreti singoli o non appartenevano al genere; quindi, sembra effettivamente che non ci siano rock band, cosa non vera. A Sanremo le band non c’erano. L’unica band era La Sad che è forse la band meno rock di tutta la scena. Di fatto viene accostata al genere più per capelli e look che per la musica. Oggi con i social chi paga di più va avanti, è normale che le grandi sponsorizzazioni determinino il mercato. Diventa una dittatura».
Come mai, invece ad «X Factor» sono riuscite ad emergere più band appartenenti alla scena rock alternativa, come voi, i Ros o i Little Pieces of Marmelade?
«Un talent come “X Factor” vede la presenza di quattro giudici che fanno la direzione artistica e creano la propria squadra. Agnelli è riuscito a tirare fuori il rock in un programma mainstream, lo stesso potrebbe accadere con un direttore artistico che faccia un lavoro analogo a Sanremo. Il pubblico non rifiuta questo tipo di musica, anzi, molti si sono affezionati alle band citate. Se però non gli vengono proposte questo non può accadere».