Dopo la scomparsa
sabato 2 Dicembre, 2023
di Davide Sgrò
Paolo Rizzolli, il giovane lavisano tragicamente scomparso lo scorso anno a causa di un batterio, non sarà mai dimenticato: ieri sera, venerdì primo dicembre, all’oratorio parrocchiale Don Celestino Brigà di Lavis è stato ufficialmente inaugurato all’interno della sala giochi della struttura il nuovo bar, per l’occasione intitolato proprio a Paolo.
Alla scomparsa del giovane erano stati raccolti circa seimila euro che la famiglia aveva deciso di devolvere all’oratorio, luogo che il ragazzo era solito frequentare. Così, durante un consiglio direttivo, si era pensato di utilizzare quella cifra per realizzare un nuovo bar all’interno della sala giochi e, in accordo con la famiglia, di dedicare il nuovo spazio proprio a Paolo.
«Voglio prendermi soltanto le cose migliori della vita – scriveva il ragazzo nella poesia “La voglia”, in quelle parole che da ieri risuonano grazie alla targa affissa in sua memoria –. Voglio prendermi tutta la bontà che il mondo sa dare, ogni affetto della gente, la gioia dei momenti felici e la profondità delle riflessioni giuste». «Quando Paolo era ricoverato all’ospedale, prima che ci lasciasse – racconta mamma Karin – era molto dispiaciuto perché non avrebbe potuto partecipare alla settimana comunitaria in oratorio con i suoi compagni. Quando è venuto a mancare non c’è stato nemmeno bisogno di pensare. Io e mio marito Michele sapevamo già che tutto quello che avremmo eventualmente raccolto come offerte durante il funerale, sarebbe andato all’oratorio, perché è lì che lui avrebbe voluto essere, con i suoi amici».
Un momento significativo quello di ieri, segnato dalla presenza commossa della comunità tutta, dai tanti amici dell’oratorio ai familiari, ma anche di chi il nome di Paolo lo ha imparato a conoscere in quest’anno dove tanti sono stati i momenti in suo ricordo: dagli eventi organizzati per l’anno udalriciano, il cui logo era stato realizzato da lui, alle commemorazioni, al premio letterario indetto in suo nome.
La sua morte era stata come un terremoto, aveva scosso l’intera comunità: non era possibile perdere un ragazzo così giovane, non così. Eppure, nella tragedia, Paolo ha trovato il modo di parlarci, facendo risuonare in chi lo aveva conosciuto quel bello che in vita era stato seminato. La sua morte, quindi, tutto ha significato, fuorché la fine: i ricordi costanti che emergono giorno dopo giorno fanno di lui presenza viva nella nostra quotidianità. Oggi, in nome di Paolo, si insegnano ai giovani che frequentano l’oratorio quegli stessi valori che lui aveva deciso di abbracciare, si dice loro di provare a seguire quell’esempio di vita vera. Una vita all’insegna dell’altro, e la speranza è che chi un giorno sentirà parlare di Paolo Rizzolli, si ricorderà di quel giovane per le sue qualità uniche, i suoi talenti dalla poesia al disegno, ma soprattutto si ricorderà di lui per essere stato un essere umano che con la sua semplicità è riuscito a donare tanto.
«Ogni cosa, da quando lui non c’è, si sta incastrando in maniera straordinaria e inaspettata – ha concluso mamma Karin – prendendo a volte direzioni imprevedibili e impensabili e lasciandoci spesso a bocca aperta nel vedere il risultato finale. Questo è quello che provo anche guardando la targa che intitola a Paolo il bar dell’oratorio di Lavis. Se è vero che i giovani sono fragili e sempre alla ricerca di modelli cui uniformarsi, il mio augurio è che possano trovare in Paolo un esempio, un riferimento, un’ideale: quello di un ragazzo straordinariamente ordinario».