Arte e turismo

giovedì 8 Agosto, 2024

A Molveno arriva l’Orso di Martalar: l’ultima opera con gli schianti di Vaia dell’artista vicentino

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È stata commissionata dalle società funiviaria. Il vice sindaco Bonetti: «La scelta del soggetto? È stata comunicata alla famiglia di Andrea Papi»

Dopo il Drago, il Grifone e l’Haflinger, arriva anche l’Orso Vaia. Questione di poco tempo e la nuova opera di Martalar (al secolo Marco Martello), l’artista vicentino che dà forma alle sue opere utilizzando ceppaie e radici, sarà pronta per essere ammirata da un pubblico sempre più numeroso. In verità, la prossima creatura di Martalar sarebbe dovuta rimanere un «segreto» sino all’ultimo giorno, ma in epoca di social – e di escursionisti curiosi – era davvero difficile pensare di passare inosservati. Infatti, già da un paio di giorni girano in Rete le immagini dell’installazione in località Pradel, a Molveno, dove l’artista sta lavorando per realizzare la sagoma di un enorme orso. C’è addirittura un sito di travel blogger che già fornisce tutte le indicazioni per raggiungere il luogo. L’opera si trova a poca distanza dall’arrivo dell’omonima funivia che collega Molveno alla località montana. E non a caso a commissionare il lavoro è stata la società funiviaria del centro dell’Altopiano. L’intento – è evidente – è quello di attirare i turisti. Sui social la scelta del soggetto è stata causa di non poche critiche: «Ma proprio l’orso?». La decisione di puntare sull’immagine del plantigrado è spiegata da Adriano Bonetti, vicesindaco di Molveno (il comune ha quote azionarie delle Funivie): «Martalar aveva proposto altri soggetti, alcuni molto interessanti, come un uomo pensante. Ma l’orso – argomenta Bonetti – è il simbolo del Parco (Pradel si trova all’interno del Parco Adamello Brenta ndr) ed è anche nello stemma di Andalo. La scelta delle Funivie non vuole avere nulla di provocatorio, anzi va nella direzione di una corretta convivenza con questo animale. A dimostrazione dello spirito con cui si è arrivati a questa decisione, il fatto che sia stata condivisa dal presidente Lorenzo Donini con la famiglia di Andrea Papi, che ha apprezzato la delicatezza».
L’obiettivo dell’opera è creare un punto di attrazione: «La scelta del luogo non è casuale – spiega ancora Bonetti – quel versante è stato colpito da Vaia e parte del materiale usato proviene proprio dalla bonifica». Sono ormai numerose le opere di Martalar in Trentino, lavori caratteristici capaci di attirare l’attenzione e la curiosità di migliaia di persone in cerca sì di arte ma anche di selfie mozzafiato. L’opera più famosa è senz’altro il Drago Vaia a Lavarone, probabilmente il lavoro di Marco Martello che più di tutti ha raccolto visitatori, grazie anche a quel richiamo alla tempesta che nel novembre del 2018 ha ferito i boschi trentini. Martalar, nato e cresciuto sull’Altopiano dei sette comuni di Asiago, è rimasto toccato da quella tragedia ambientale e ne ha tratto ispirazione per la sua arte, riutilizzando proprio le radici e le ceppaie recuperate dopo Vaia. Il Drago Vaia, in verità, si è tirato addosso ammirazione ma anche tante polemiche per l’afflusso continuo di turisti, che ha creato non poche frizioni con i residenti. Quasi un anno fa un incendio, con ogni probabilità doloso, ha distrutto il Drago, che è stato successivamente ricostruito dall’artista veneto. Sono tante, si diceva, le opere realizzate da Marco Martello in Trentino. Drago Vaia a parte, l’ultimo è l’Haflinger di Strembo, ma ci sono anche l’Aquila di Marcesina (a Grigno), la Lupa del Lagorai, il Cervo di Malga Millegrobbe. L’Orso del Pradel sarà dunque il prossimo lavoro.