la ricerca
giovedì 4 Luglio, 2024
di Robert Tosin
Il tema del traffico a Rovereto è scottante da almeno trent’anni. La mancata circonvallazione è considerato il peccato originale, ma è anche vero che le varie amministrazioni hanno messo del loro per complicare la situazione. Basti pensare ai piani del traffico commissionati nel corso degli anni, puntualmente disattesi quando le “pressioni popolari” andavano a snaturare il concetto di fondo. Che, almeno quello. è sempre rimasto intatto: tutto il traffico cittadino va spostato sulla statale che dovrebbe essere una trasversa urbana capace di smistare le auto favorendo gli ingressi a pettine. Ma se la questione tecnica è abbastanza chiara, ad aumentare l’insofferenza dei roveretani c’ è poi la percezione del traffico: per alcuni è troppo, per altri è poco, due minuti al semaforo di via Cavour sono ere geologiche per chi è in ritardo, per chi va a spasso sono invece una media accettabile. E pare che ad oggi sia la percezione a dettare la politica della mobilità, anzichè i numeri: pure su quelli non si hanno certezze, basti pensare che sul traffico parassitario lungo la statale, pure a fronte di rilevazioni puntuali, ancora ci sono dubbi se considerarlo traffico cittadino o di passaggio.
Ora però arriva un altro studio, firmato dalla Inrix – una società statunitense specializzata in informazioni e soluzioni sulla mobilità – che mette Rovereto nella poco brillante classifica della città più congestionate d’Italia, addirittura al ventottesimo posto, più o meno come Bolzano. Secondo questa ricerca, emerge che il roveretano passa in media 34 ore all’anno fermo in colonna, all’incirca come succede in città come Novara, Reggio Emilia, Padova. E in media si muove a 30 chilometri orari, più o meno come si muovono i mezzi a Los Angeles. Certo, nulla a che vedere con i poveri automobilisti newyorkesi che viaggiano ai 17,7 chilometri all’ora e passano in colonna ben 101 ore all’anno, ma di sicuro il raffronto di Rovereto non va fatto con le megalopoli.
Però certo suona strano che una cittadina di 40 mila abitanti – mettiamoci pure l’indotto – figuri nella top 30 delle città più congestionate d’Italia nel 2023. E forse non è tutta colpa dei lavori in piazzale Orsi. Così per la cronaca, possiamo dire che al primo posto figura ovviamente Roma con 69 ore di vita buttate in colonna, viaggiando a 20,9 chilometri orari; seguita poi da Milano, Torino, Palermo, Firenze, Bergamo, Genova. Bolzano, l’unica altra città regionale, figura un gradino sopra Rovereto e questo confronto è già più chiaro: tutti sanno che muoversi in centro a Bolzano è un delirio.
E appunto, come si diceva, i numeri possono essere interpretati in mille modi e le motivazioni che hanno portato a questi risultati sono altrettanto opinabili. Verrebbe da dire che se la media di spostamenti in città avviene ai 30 all’ora, è stato raggiunto l’obiettivo di rallentare le auto e rendere la città più vivibile, ma d’altro canto la risposta contraria potrebbe segnalare una città difficile da percorrere e quindi da vivere. E qui ritornano le percezioni. Che sono state anche al centro della campagna elettorale tra gli opposti modi di vedere della sinistra e del centrodestra: il traffico per qualcuno è simbolo di attività, scambi, commercio, movimento; per altri è un impaccio alla vivibilità “slow” della città. Visioni difficilmente conciliabili, anche perché presuppongono soluzioni diametralmente opposte.
La ricerca ha toccato anche le capitali mondiali, così per curiosità scopriamo che la città più trafficata dopo New York è Città del Messico seguita da Londra dove si avanza a passo di lumaca. Tante ore in colonna anche a Los Angeles, però le auto viaggiano spedite proprio come a Rovereto. E anche senza il semaforo di via Cavour e del cantiere che sfida il record della fabbrica del Duomo di Milano in piazzale Orsi.